lunedì, settembre 20, 2010
Lo vino bbòno se vénne senza fràsca
Lo vino bbòno se vénne senza fràsca
Quando un’osteria aveva buon vino, non aveva bisogno di esporre la tipica “insegna”: gli avventori non mancavano. Così, al momento buono per sposarsi, i giovani sanno già chi ha delle doti e chi no, a prescindere dalla apparenze e dai denari.
È meglio jò sammuco nnànzi càsta, che la fìcora alla vigna
Il sambuco non produce frutti, nè se ne ricava legna da ardere. Apparentemente, quindi, è una pianta inutile. Però, se lo si ha davanti casa, è più al sicuro del miglior albero da frutta posto fuori dal proprio controllo. Il detto apparentemente si riferisce ai beni economici, ma è usato anche come variante locale del noto “Mogli e buoi dei paesi tuoi”.
La zìta che ssé trìca, bbène se marita
La fretta non è mai buona consigliera, e anche nello scegliersi un compagno conviene fare scelte oculate. In tempi in cui ci si sposava giovani, però, più che altro questo proverbio era di consolazione per chi arrivava in ritardo alla mèta.
Chi troppo càpa, sporco cocìna.
Come spesso accade, questo proverbio è l’esatta negazione del precedente. Alla lettera, si riferisce a quelle massaie che, tra i banche del mercato, vanno sempre a cercare le verdure più turgide e pulite, con l’evidente intenzione di non perdere tempo a mondarle. Ma la metafora è evidente: c’è chi ha cambiato spesso partner, e alla fine si è accasato con il peggiore.
Se sposa pe’ ricchezza, pe’ bellezza, o pe’ bbontà.
C’è chi guarda alle doti e chi alla dote. Comunque, ci si sposa o per amore o per interesse, tertium non datur. Il detto è volutamente neutro, valido sia per l’uomo che per la donna.
È meglio ‘no marito càno-càno che ‘no fratéglio caro-caro
Per quanto malvagio possa essere un marito, è comunque preferibile legarsi a un uomo e crearsi una famiglia propria piuttosto che fare affidamento sugli affetti della propria famiglia d’origine, soggetti con gli anni ai mutamenti. Oggi, per fortuna, non ci si sposa più per “utilità”, e infatti il proverbio è raro nell’uso comune.
Chi tè la moglie bbèlla sempre cànta, e chi tè tanti quatrini sempre conta
È l’eterno dilemma: sposarsi per amore o per denaro? Il proverbio in effetti non dà risposte, si limita a sintetizzare le due situazioni, ponendole sullo stesso piano, seppure lasciando trasparire la preferenza per la seconda ipotesi, cui dà maggiore enfasi.
È méglio ‘no cùcchimo rùtto, che senza gnènde ‘n tutto
Come e quale che sia il partner, l’importante è che ci sia. Visione certamente superata dai giovani di oggi, ma utilitaristicamente, invece, molto presente nel passato.
Omo assorato, amico perduto
Il matrimonio inevitabilmente allontana dagli amici. Stranamente, però, la constatazione la fa sempre l’amico scapolo, mentre chi si sposa, se lo fa per amore, non vede come un sacrificio la rinuncia alle vecchie abitudini.
martedì, aprile 06, 2010

Il nostro caro amico Roberto Cipollone ci ha segnalato un suo set fotografico realizzato tra le strade e i vicoli del centro storico di Capistrello. Sono immagini belle e suggestive che danno colore e intensità a una parte del nostro Paese troppo spesso dimenticata e siamo contenti ed orgogliosi di ospitarle sulle nostre pagine web.
Per cominciare la passeggiata virtuale tra le piazze, le scalinate e gli orti del "Ricetto" e della "Cammerata" potete cliccare qui.
Buon viaggio.
domenica, aprile 04, 2010
Pensierini elettorali
Le elezioni è una di quelle cose che fanno i grandi per fare i capi che poi li comandano.
Le elezioni che hanno fatto al mio paese servivano per fare i capi solo del paese e non per fare il capo della nazione, quelle che poi sono vent’anni che vince sempre uno nano e pelato e la gente che perde poi fa le rivoluzioni virtuali e si crede che così riesce a vincere la volta dopo ma poi riperde sempre.
A queste elezioni del mio paese ci stavano tre signori, uno più grande che non lavora più, uno che lavora coi cantieri e uno che fa l’avvocato. Alla fine ha vinto quello che non lavora più e mo però mi sa che gli tocca lavorare ancora e pure tanto perché il mio paese sta messo male ma proprio male che tutti dicono: cavolo quanto sta messo male quel paese.
Gli altri due signori hanno perso, però a me mi ha detto mio zio che veramente ci stanno pure tanti altri che hanno perso pure se non partecipavano.
Perché mio zio dice che ci stava tanta gente che pure se non partecipava voleva far perdere quello che poi ha vinto e facevano le cose di nascosto, andavano alla casa della gente a dire che non lo dovevano fare vincere e mandavano pure le lettere anonime proprio come fanno i mafiosi.
Alla fine però quello lì ha vinto lo stesso e mo è diventato il nuovo capo, quelli che hanno perso fanno gli oppositori del capo e quelli che non partecipavano ma hanno perso lo stesso non l’ho ancora capito quello che fanno ma mi sa che al massimo possono fare i capi solo dentro ai bar e basta.
Comunque quando ci stanno le elezioni al mio paese sembra tutta una grande festa che c’è anche quello che vende la porchetta e mancano solo le giostre per i bambini. Quei giorni e pure i giorni prima tutti ti salutano, ti pagano le caramelle e le lecca lecca e se sei grande pure le spinette.
Poi però succede che le elezioni finiscono e allora tutti si mettono a ricontare i voti per vedere chi te li ha dati e chi no e allora a quel momento cominciano tutti a regalare meno lecca lecca e qualcuno che sta più incazzato dice pure cose brutte su chi non lo ha votato, le famiglie litigano e gli amici non escono più insieme. Che per me queste so cose brutte ma è proprio così.
Insomma al paese mio prima e dopo le elezioni ci sta sempre qualcuno che parla male di qualcun altro perché noi siamo fatti un po’ così che non ci vogliamo bene mai, però io spero che quando sono diventato grande ci vogliamo un po’ più bene così è meglio per tutti e il paese diventa più bello.
Io comunque sono piccolo e forse ste cose le capisco poco, però un amico filosofo di mio zio che si chiama Babalotto gli ha detto una cosa l’altra sera che mo ve la scrivo così forse si capisce meglio: “Alla fine dei conti, anzi alla rete dei conti, in effetti ti rendi conto di quello che è!”. E infatti secondo me mo dobbiamo vedere come va a finire con questo nuovo capo, però mi sa che prima, a noi bambini, i grandi ci devono insegnare qualcosa di meglio che qua veramente sti giorni mi sembravano tutti pazzi! Boh! Speriamo Bene!
martedì, marzo 30, 2010
È finita così.
Antonino Lusi - Un Paese in comune
1634 - 44,34%
Franco Ciciotti - Partecipazione e sviluppo
1276 - 34,62%
Moreno Di Cintio - Crescere insieme
775 - 21,03%
Elio
30 kg di porchetta di Ariccia venduta fuori dal seggio elettorale
Dati: ministero dell'interno 3.
Risultati dei candidati consiglieri:
ANTONINO LUSI 1634
Carmine Stati (medico) 197
Arnaldo Mariani 127
Alessandro Lusi 119
Nicolino Di Felice 106
Francesco Piacente 95
Alessandro Croce 93
Alfio Di Battista 93
Carmine Stati (geometra)91
Nicola Grasso 89
Maria Vischetti 80
Antonello Palleschi 74
Edoardo Picozzi 71
Roberta Tollis 71
Stefania Giordani 65
Simonetta Vischetti 43
Sergio Di Marco 38
FRANCESCO CICIOTTI 1276
Angelo Stati 128
Stelvio Pizzi Scatena 120
Gaudenzio Lusi 110
Orazio De Meis 94
Ulderico Persia 92
Domenico Palleschi 88
Sandro Palleschi 82
Adolfo Doschi 70
Finezio Rozzi 66
Marco Fantozzi 64
Giuseppe Esposito 55
Sabatino Salvati 46
Tiziano Giordani 43
Domenico Di Domenico 42
Grazioso Vaiani 34
Monia Lustri 21
MORENO DI CINTIO 773
Aldo Pizzi 108
Antonio Di Cintio 98
Francesco Mariani 74
Quirino Orlandi 62
Carmine Croce 61
Francesco Eligi 48
Giuseppe Di Domenico 46
Antonio Nardi 41
Ida Carpineta 33
Donatella Pizzi 30
Alfio Capodacqua 29
Bartolomeo Fantozzi 19
Elio Andreozzi 16
Fernando Bisegna 15
Fabrizio Lusi 10
Marco Venditti 8
venerdì, febbraio 26, 2010
Vota Antonio Vota Antonio!!!

Finalmente, dopo tanta attesa il giorno è arrivato. Candidati sindaci e consiglieri sono ora di pubblico dominio e da oggi in poi saprete a chi andarvi a raccomandare, a chi sfuggire nei bar per evitare di essere costretti a prendere chissà quanti caffè offerti al giorno manco fosse Natale, e quale parente maledire perché voi volevate votare un’altra lista e invece il lui o la lei in questione ha deciso di schierarsi con gli altri.
Bene: Se siete stanchi di tutto questo e volete un’alternativa concreta, da oggi avete una possibilità in più… E cioè quella di scegliere il Partito Kaputtista!
Perché, in attesa di illustrarvi il programma (che tanto pure qualcun altro sembra più interessato a comporre le liste prima di pensare ai contenuti) noi possiamo già darvi qualche certezza.
Insomma, SAPEVATELO bene che NOI, per quanto ci fa schifo, a sto Paese CI vogliamo bene lo stesso e non ce ne ricordiamo solo un mese prima delle elezioni; che NOI non offriamo caffè ma ci facciamo offrire spinette; che NOI non promettiamo posti di lavoro ma manco li cerchiamo; e che soprattutto NOI, se non ci votate, continueremo comunque a darvi da bere alla passatella!!!
Hasta la Baldoria Siempre!!!
domenica, novembre 01, 2009
Eolico. Utopia o vera opportunità?
Nella convinzione di poter dare una svolta per la comunità cominciarono da allora a cercare di coinvolgere l’amministrazione dell’epoca, chiamata in causa, insieme al comune di Luco dei Marsi e a società attive nel settore del rinnovabile, per studiare la fattibilità di un progetto di installazione di pale eoliche al confine tra i due comuni, nella zona che tutti conosciamo come la “Trenità di Luco”. La storia recente del comune di Capistrello è nota a tutti, con un’amministrazione ormai allo sbando che fu capace di siglare accordi per studi di fattibilità solo due anni dopo, ma non riuscendo mai ad arrivare a risvolti concreti. Ad oggi dunque la storia ci racconta di anemometri installati al confine da una società incaricata dal comune di Luco dei Marsi e di un altro installato nei piani palentini grazie all’iniziativa spontanea di una società privata, con evidenti differenze nella possibilità dei rispettivi comuni di avere benefici dalle eventuali installazioni. È proprio qui che si arriva al punto focale del tema: Cosa e come le rinnovabili possono aiutare un piccolo comune come il nostro? “Al di là dell’aspetto ambientale, del quale bisogna comunque tener conto, iniziative del genere non sarebbero prese in considerazione se non garantissero anche benefici economici per tutta la popolazione” ci dicono dal movimento. “Verificata la presenza di almeno duemila ore annue di vento un impianto eolico può garantire entrate che garantiscono il rientro dell’investimento entro sei/sette anni avendo comunque una durata di 20 anni, con evidenti possibilità di profitto”. A questo punto rimangono forse alcune domande irrisolte legate al rapporto che il comune instaurerebbe con le società private, spesso orientate a collettivizzare le perdite (estetico-ambientali) e a privatizzare gli utili ma secondo i promotori dell’iniziativa “l’obiettivo, al contrario, dovrebbe essere quello di rendere il più possibile pubblici i benefici battendosi per trovare accordi vantaggiosi o soluzioni alternative”.
Nell’attuale condizione in cui si trova il nostro comune sarebbe un delitto non provarci o quantomeno cercare di sollevare la discussione. Noi lo facciamo sulle nostre pagine, auspicandoci un interessamento della comunità intera e una discussione che vada al di là delle solite e sterili polemiche (e politiche) da bar in cui siamo tutti un po’ esperti...
Invitiamo quindi chiunque sia interessato ad approfondire l’argomento visitando il blog fuoricontesto.blogspot.com (nella sezione “Il paese del vento”) dove è possibile trovare tutte le informazioni a riguardo e richiedere tutte le documentazioni “del caso Capistrello”.
lunedì, settembre 14, 2009
giovedì, agosto 20, 2009
domenica, agosto 16, 2009
PAESE CHE VAI, APERITIVO CHE TROVI

Torna Kaput, dopo mesi di assoluto riposo dei redattori e dopo mesi in cui a Capistrello se ne sono viste di tutti i colori… In sintesi, da qualche settimana, abbiamo finalmente scoperto che il “tesoretto” di cui tanto si parlava in questi mesi esiste davvero e ora ogni cittadino, dai 0 ai 99 anni, sa di avere sulle proprie spalle un debito di circa 372 euro. Niente da eccepire, Capistrello finalmente ha quello che si merita per 30 anni di mala gestione della cosa pubblica, anni in cui di soldi ne sono passati e a palate, come quelle che sono servite per riempire di cemento scheletri di opere incompiute che in calcestruzzo valgono molto di più dell’attuale debito; Capistrello ha quello che si merita grazie a uffici disastrati e incompetenti che hanno contribuito di molto allo scempio attuale, ma Capistrello ha quello che si merita anche per colpa di noi cittadini, troppo spesso permissivi e sempre poco attenti a quello che succedeva alle nostre spalle. Noi ringraziamo comunque tutti per aver reso il nostro bel paese un “modello” per tutto il circondario e un vanto per generazioni di speculatori e cialtroni vari. Per dimostrare di quanto siamo fedeli alla causa e per inchinarci a tanta intelligenza burocratese Kaput oggi offrirà a tutti un aperitivo durante la distribuzione della fanzine… e scusate se non abbiamo potuto regalarvi di più di sedano e carote... ma noi siamo abituati a spendere solo quello che abbiamo in tasca e i debiti fuori bilancio ci sembrano solo una grossa fregatura!
ESTRATTI...
Dalla relazione del Revisore Unico, Dott Abramo Bonaldi:
“In merito ai debiti del Comune nei confronti del CAM, il sottoscritto sulla base della documentazione acquisita e della non chiara ricostruzione dei conti avanzata dai responsabili di servizio direttamente interessati, non è riuscito a quantificare l’importo da considerare come debito fuori bilancio”
“Nel corso dell’anno 2009 a seguito di reiterate richieste del Commissario Straordinario di quantificare l’esatto ammontare dei debiti fuori bilancio da riconoscere, i vari rsponsabili di servizio in tempi e con modalita diverse provvedevano a determinarli come di seguito specificatio:
servizio finanziario: 76.196,74
area amministrativa: 66.417,37
area servizi demografici: 790.495,02
area tecnica: 251.673,04
totale: 1.184.782,17
Si evidenzia che a differenza di quanto comunicato al Commisario ad Acta nel dicembre 2008 l’area manutenzione non ha comunicato alcun importo (precedentemente 50.364,17) e l’area tecnica ha comunicato un importo di gran lunga inferiore (precedentemente 1.113.919,35)
Dalla relazione al Commissario Straordinario del segretario comunale, dott. Cuzzucoli Crucitti Rocco:
“Lo scrivente tiene a precisare come abbia incontrato notevoli difficolta a livello ambientale nel reperire gli atti, intanto per non aver rinvenuto alcuna relazione al riguardo da parte del Segretario Comunale uscente, e in secondo luogo per aver ricevuto una scarsa collaborazione da parte di taluni Responsabili degli Uffici”
“Tra gli atti di gestione contabile del Comune esaminati, spiccano quelli concernenti il riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Dal loro numero e dalla frequenza con cui essi sono stati adottati è evidente che al di la dal rappresentare l’adempimento ex art.194 T.U.E.L. l’extrema ratio nel corso di un esercizio finanziario, esso risulta viceversa una prassi molto consolidata presso gli uffici del comune di Capistrello, i quali periodicamente hanno interessato dell’incombenza il Consiglio Comunale”
“Nel 2005 è lo stesso Organo di revisione nella relazione al conto consuntivo per l’esercizio 2004 ad invitare l’Amministrazione Comunale a valutare la necessita di determinare e regolarizzare gli oneri straordinari della gestione corrente soprattutto quelli derivanti dal contenzioso (delibera consiglio comunale n 40 del 17\9\2005). Ma nello stesso consiglio comunale l’assessore al bilancio, contrariamente a quanto raccomandato dall Organo di revisione, affermava che non esistevano debiti fuori bilancio”
“Tali sono gli atti e le vicende piu rilevanti che connotano una certa sofferenza economico finanziaria e gestionale in cui si trova ad operare attualmente il comune e di cui gli organi istituzionali in questi anni, pur avendone avvertiti gli aspetti sintomatici, non ne hanno tenuto conto o per puro calcolo, ovvero, come è dato di intuire, nel timore erroneo di portare l’Ente in una sorta di spirale fortemente penalizzante e limitativa delle possibilità di attuare una valida programmazione politica istituzionale nei confronti dei cittadini, mantenendo la situazione debitoria sommersa e rinunciando di portare la gestione dell’ente nei canoni di chiarezza e di trasparenza prescritti dalla legge.”
“Ma evidentemente i problemi che affliggono questo comune sono tanti e non tutti derivano esclusivamente dal precario assetto economico finanziario. Anche l’estrema burocratizzazione degli Uffici, le notevoli sacche di inefficenza che essa comporta, sono aspetti sintomatici non disgiunti che completano uno stato generale di malessere e di degrado la cui precipua conseguenza è la pessima qualita dei servizi erogati ai cittadini. Al riguardo non si puo non rilevare come esista una profonda conflittualità e incomunicabilità tra dipendenti e in particolare tra responsabili di servizi strategici nell’economia delle funzioni assegnate al comune, dovuta anche all’adozione di atti di organizzazione degli uffici e di impiego delle risorse molto discutibili da parte delle amministrazioni comunali che si sono succedute, dal punto di vista della coerenza dell’opportunità e dell’economicità ecc. Ne è un esempio significativo la scissione in due settori dell Ufficio Tecnico Comunale: Urbanistica e Patrimonio da un lato e Lavori Pubblici e Manutenzione dall’altro. Divisione che è la causa oltre della completa paralisi del settore, anche di una deleteria e annosa confittualita tra i responsabili individuati, con demansionamento dell’uno a vantaggio dell’altro e viceversa, a danno dell’immagine dell’istituzione e soprattutto dell’efficenza ed economicità dei servizi. Di conseguenza anche il Servizio manutenzione, pur contando sulla ragguardevole dotazione organica di quattro unità operative, non riesce tuttavia ad esprimere in termini di efficenza, efficacia ed economicità quanto è nelle sue potenzialità. Anche qui, l’impiego del personale addetto, nel pieno vigore della sua età lavorativa, per altro demotivato, riottoso e indisciplinato, sfugge ad ogni logica che presiede l’ottimale impiego delle risorse umane.”
“In particolare anche la tenuta delle carte e dei documenti contabili, quanto mai inappropriata, confusa e frammentaria salvo qualche esempio, ha richiesto un attività snervante sul piano psicologico, soprattutto in ordine alla importante verifica dell’ammontare e dell’attualità dei debiti e della responsabilità delle decisioni da prendere”
“Al 31\12\2008 pertanto la massa debitoria ammonta:
1. debiti di cui al punto A (situazioni debitorie ex art.194 T.U.E.L.,regolarmente documentate dai resp.dei servizi o da precedenti atti deliberativi consiliari)
1.739.331,00 Euro
2. debiti di cui al punto B ( situazioni debitorie risultanti da richieste da parte dei creditori per forniture di beni e servizi non certificate dai resp di area)
729.569,30 Euro
3. debiti di cui al punto C (debiti potenziali allo stato non quantificabili nel loro ammontare)
270.065,25 Euro”
“Agli atti della deliberazione del consiglio comunale n46 del 23\10\2008 è stata rinvenuta una relazione informale senza firma in cui viene segnalata una situazione finanziaria e contabie in relazione ad alcune spese di investimento e in particolare ai lavori:
1. di dissesto idrogeologico;
2. alla rete idrica e fognante in via Dei Martiri;
3. della metanizzazione;
1. Non risulta disponibile un contributo erogato dalla regione abruzzo per 124.000,00 Euro
2. Sono stati riscontrati pagamenti senza copertura di spesa per 310.000,00 Euro
3. Risultano richieste di accreditamento alla cassa DD.PP. da parte del Rup in misura superiore di quanto disposto dal direttore dei lavori, non si conoscono ad oggi specifiche utilizzazioni per 284.000,00 Euro; inoltre, la somma indicata nei residui passivi al cap. 800\0 non viene rinvenuta in apposito conto vincolo e quindi non disponibile per le specifiche destinazioni in corso di contabilizazzione finale per 486.061,84 Euro; il contributo chiesto ai cittadini che hanno aderito alla campagna promozionale per essere allacciati alla rete del gas non trova riscontro di utilizzazione nello specifico settore o in altri per 294.380,43”
Nella relazione si legge che i dati rilevati sono stati riscontrati nel periodo da Giugno 2006 al Novembre 2008.
giovedì, maggio 07, 2009
Capistrello, il paese dei minatori
Capita a volte che un paese si identifichi in un mestiere. La presenza di una industria, di una coltura specifica o lo spirito di emulazione portano un numero rilevante di persone nate in uno stesso luogo a esercitare la stessa arte (1).
Quando ciò accade, è l'intera collettività che ne resta condizionata dal punto di vista economico e sociale. Capistrello è il paese dei minatori. Si vuole che lo sia fin dalla sua fondazione, che la leggenda attribuisce agli schiavi-operai dell'imperatore Claudio impegnati nello scavo dell'emissario del Fucino (2). Certamente lo è dalla realizzazione del nuovo emissario, intrapresa nel 1854 da Alessandro Torlonia (3). Il nobile romano aprì infatti a Capistrello numerose cave di pietra calcarea, materiale principale dell' opera, e qui installò gran parte degli impianti e delle opere di superficie connesse allo scavo. Vista la desolante arretratezza della Marsica dell'epoca (il cavallo era un animale raro e fabbriche di chiodi e corde dovettero essere impiantate in loco, essendo inaffidabili i collegamenti viari), le maestranze specializzate arrivarono da fuori, fin dalle lontane terre romagnole e marchigiane dei Torlonia: capimastri forestieri, dunque, ma manodopera locale. Così cominciò a diffondersi un mestiere pesante e ingrato, che a distanza di più di un secolo non si sa se benedire o deprecare.
Ai lavori per l'Emissario seguirono quelli per la linea ferroviaria Avezzano - Sora. Questi furono altrettanto impegnativi dal punto di vista delle opere. Nel tratto Capistrello-Pescocanale il grande salto di quota, dai 734 m.s.l.m ai 630 delle due stazioni, è infatti risolto da un sinuoso percorso che perfora la montagna e fa capolino per brevi tratti, fino a costeggiare il Liri: in tutto 6 trafori, di cui uno assai lungo e tutto in curva, che passa sotto l'abitato antico di Capistrello. In quello stesso periodo, poi, furono realizzate allo sbocco dell'emissario due piccole centrali idroelettriche, tra le prime in Italia ad entrare in funzione nel 1906. In tutto quindi, un cinquantennio pressoché ininterrotto di lavoro in galleria per i minatori e in cava per gli scalpellini. I grandi eventi del secolo scorso arrivarono a sconvolgere anche la Marsica; così la Grande Guerra prima e la depressione economica degli anni '20 poi diedero il via al fenomeno che avrebbe segnato da allora la vita sociale del paese: l'emigrazione maschile. Un distacco reso necessario dalla penuria di lavoro, visto che ormai il paese da contadino si era trasformato in operaio, ma senza avere industrie. Da allora il lavoro veniva svolto per lo più all'estero: in Germania, Belgio, Francia, prima che la risollevata economia italiana del dopoguerra richiamasse gli operai di Capistrello di nuovo in patria. Ma successivamente ricominciò l'emigrazione, questa volta verso paesi più lontani: il Vicino Oriente, l'Africa, il Sudamerica; luoghi dove i minatori realizzarono le opere di ingegneria che hanno dato lustro all'Italia.
Così generazioni intere di figli sono cresciuti senza i padri; e anche il paese si è sviluppato male, privo dei suoi uomini migliori. Quando gli utensili principali del minatore - termine con cui designiamo non solo il cavatore di materiale, ma anche lo scavatore sotterraneo tout-court - erano braccia, pala e piccone nonché candelotti di esplosivo, il sacrificio fisico era ovviamente molto superiore a quello che sarebbe oggi, considerato che l'evoluzione delle macchine ha affrancato l'uomo dal1e fatiche più gravi. Il tempo non ha cancellato però l'inquietudine dell'ambiente di lavoro, quel sentirsi sovrastati da una massa greve e compatta e allo stesso tempo pronta a rovinare, sommergendo tutto; né ha cancellato, seppur mitigandola, l'insalubrità della galleria: un'afa stagnante, l'umidità, la polvere, il rimbombo dei mezzi meccanici. Lo scavo di una galleria si effettua per stadi progressivi. Oggi esistono macchinari che scavano il foro-guida come talpe, ma fino a una ventina di anni fa l'incedere del cantiere era più lento.
All'inizio del XX secolo, quando il foro aveva già raggiunto la dimensione voluta, si realizzava la volta in pietra e mattoni; decenni dopo si costruirà in cemento armato in modo da avere le spalle protette da eventuali frane. Davanti a questa, si avanzava (5) intaccando la parete compatta del terreno con fori trivellati all'interno dei quali si inseriva l'esplosivo; dopo di che si facevano brillare le cariche, si asportava il materiale e si realizzava con centine armate la sezione di volta successiva. L'ultima operazione era il getto dell'arco rovescio (6). Il ruolo più rischioso era ovviamente quello del fochino, il minatore che inseriva le cariche esplosive nei fori battendole una sull'altra. L'esplosione delle cariche inoltre poteva rompere un diaframma solido dietro il quale si nascondeva terreno sciolto, una falda acquifera o una sacca di gas.
Quindi al pericolo si sommava la fatica quando si armavano le centine o si doveva caricare il materiale di scavo a mano se la sezione del tunnel non consentiva l'ingresso di mezzi meccanici. Anno dopo anno l'operaio più capace diventava caposquadra, poi assistente e infine, quando la sua esperienza superava perfino la preparazione di tanti capi cantiere e progettisti, capo-imbocco. Diverse le mansioni, ma immutato l'ambiente di lavoro e le conseguenze sulla salute. Sulla "Piazza del Mercato" di Capistrello un obelisco di cemento svetta più alto della vicina colonna in pietra che celebra i caduti della Grande Guerra: questo perché è stato più alto il prezzo che il paese ha pagato al lavoro. Sono mille le Marcinelle (7) in cui gli operai di Capistrello hanno lasciato la vita o subito incidenti; ed è impossibile contare le vite spezzate dalle malattie legate alla galleria. Chi ironizza sulle pensioni di invalidità non deve avere mai sentito il respiro di un malato di silicosi, la malattia che più di ogni altra ha segnato e stroncato la vita della maggior parte di questi operai.
Santa Barbara è la patrona dei minatori ed ogni 4 dicembre la vita nei cantieri si ferma; nelle gallerie per un giorno il rombo delle macchine lascia il posto alla preghiera e per una volta l'operaio e l'ingegnere mangiano uniti, allo stesso tavolo, sotto la stessa protezione. I grandi trafori e le autostrade italiane, i viadotti e le dighe nei luoghi più inospitali di tutto il mondo: dall' Africa al Vicino Oriente prima, nell'Est europeo e nella . Cina oggi, hanno visto protagonisti questi uomini con la loro maestria e i loro sacrifici. Quelli che sono tornati (e tornati in salute) lo devono alla fortuna, al caso e anche alla Santa dei minatori. Chiedeteglielo e magari vi risponderanno di no: ma se volete bestemmiarla in loro presenza, preparatevi alla fuga!
Note
l - Basti ricordare i cuochi di Villa Santa Maria, i ceramisti di Castelli o gli orafi di Valenza Po; ma anche i cavatori di Carrara, anche se nei centri maggiori probabilmente l'impatto sociale del singolo mestiere diminuisce.
2 - Ipotesi non suffragata dalle fonti storiche, che citano un solo alloggio per gli operai, posto sul versante fucense. La logica vuole però che le maestranze fossero dislocate nel territorio di Capistrello, lungo ii quale si sviluppa per il 90% la galleria sotterranea. Da ciò l'ottocentesco motto comunale "Caput castrorum" (II più grande degli accampamenti), da cui si vuole far discendere il toponimo. Che però, molto più semplicemente, potrebbe essere legato all'orografia del territorio: Capistrello è posto sul fianco sinistro della vane del Liri in una stretta gola: un "Capistrum", appunto. 3 - La bibliografia sul prosciugamento del Fucino, una delle maggiori opere di ingegneria dell'antichità e dell'Italia post-unitaria, è vastissima. Un utile compendio, arricchito da bellissime illustrazioni e mappe. si può leggere in: AA.VV., Il Fucino e il suo emissario, Chieti, Carsa, 1994.
4 - Capistrello passò dai 2.400 abitanti circa del 1850 ai 6.000 del 1921. Un'espansione rapidissima, dovuta anche al!' affermarsi dell' industria della pietra: gli scalpellini dei paese si sarebbero fatti conoscere in tutta la regione e anche a Roma, fino a propone la dura pietra locale per la realizzazione del Vittoriano (dove peraltro vinse il concorso il più candido e friabile Botticino). L'ultima cava è stata chiusa nel 1974, quando ormai le case del paese l'avevano raggiunta e le continue esplosioni delle mine rappresentavano un serio pericolo. Chiuse le cave, è morta pian piano ogni tradizione. artigiana inloco. Eppure, ad aprire le attivissime cave di Coreno Ausonio (FR) è stato ancora un cavatore di Capistrello.
5 - Di qui il termine avanzamento, che indica la parte più lontana dall'imbocco.
6 - L'arco rovescio è la parte della galleria che noi non vediamo, quella per intenderei sulla quale viene impostato il piano stradale, ma che ha una funzione statica importantissima: il tunnel può resistere alla pressione creata dalla massa di terreno solo perché ha la forma di un "tubo" chiuso.
7 - Nel maggio del 1957 nella miniera di Marcinelle, in Belgio, per un crollo morirono 240 operai.
Gianfranco Ricci
mercoledì, febbraio 25, 2009
Ne ho vedute tante da raccontar… giammai gli elefanti volar!
Piscina Olimpica, il Bocciofilo Internazionale, l'Anfiteatro di Corcumello, l'Ostello della gioventù, inoltre sono stati eseguiti lavori di ammodernamento importanti e mirati come la riqualifica dei due depuratori finalmente pienamente efficienti, il miglioramento della rete idrica che riesce a soddisfare le esigenze degli utenti con acqua corrente anche alle 11.30 antimeridiane e per dare il giusto spazio alla cultura è stata modernata ed ampliata con unanime consenso la biblioteca pubblica, vero fiore all'occhiello di questo posto dove teatro e cinema non sono stati ancora creati per rispetto dei paesi vicini. È stato varato un piano regolatore innovativo che detta le norme per la riqualificazione del centro storico, ve ne cito alcuni passi fondamentali: "Facete comme cazzo ci pare, tanto a nu che cci nne frega"! Nel frattempo, messe da parte temporaneamente le due ipotesi di una funicolare che ci avrebbe collegati a Campo Staffi ed un autodromo nei Piani Palentini da riconvertire anche in aeroporto civile, si è puntato tutto sui rifiuti, creando discariche un po' ovunque, gettando materiali pericolosissimi in mezzo la natura in modo da renderli più simpatici e umani all'occhio di tutti. È bello fare un giro e vedere poiane, tassi, istrici, ghiandaie, lavatrici, divani, amianto, un perfetto connubio tra essere umano e natura, un amore per la nostra terra che va al di là del singolo individuo. A tal proposito, le volpi che hanno concesso lo sfruttamento e l'ampliamento della discarica, lo hanno fatto per amore verso il proprio popolo e verso la natura, lo hanno fatto per noi singoli cittadini e per i nostri figli, lo hanno fatto per tutti. Messo da parte però il nobile sentimento e visti i dubbi sugli studi fatti con parametri difficilmente accettabili per chi vive da più di un inverno qui, (dalla relazione risultiamo essere un paese senza vento, “ma allora tutte le ote che sse cci spacca la faccia ci lo sonnemo?”), mi viene da chiedere al prossimi sprinter della politica, ai prossimi dispensatori di allegri saluti, di strette di mano, di complimenti e di progetti fantastici per un futuro migliore: "Che cosa ne pensate di questa discarica? Che cosa intendere fare? Quali garanzie ci darete?". Credo che tutti vogliano saperlo, credo che sia un diritto di tutti sapere se il nostro Kaput Castrorum, già rinominato Kaput Bar, non debba essere chiamato Kaput Monnezza. Tutto questo è chiesto con semplicità e con fiducia a tutti. Futuri governanti, badate bene, siamo incazzati neri e non accetteremo più bombe ecologiche o nuovi ecomostri, tutti amiamo il nostro “pais” e vogliamo che sia un posto migliore e chiunque vincerà dovrà impegnarsi a fondo per renderlo così come lo vogliamo. Governare un “pueblo” deve essere una missione per migliorare la vita di tutti, non una corsa al "ficchemo più parenti possibili nel minor tempo possibile". Auguri a tutti e non veniteci a raccontare nuove cazzate, “le conoscemo già tutte, semo visto pure gli elefanti volà (oltre agl'aseni)!”
giovedì, gennaio 29, 2009
LEGAMBIENTE OSSERVA
giovedì, gennaio 15, 2009
QUANDO SI DICE UNA BUONA AMMINISTRAZIONE...
Le prescrizioni sono previste nell’ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri, in merito alla quale il Capo del Dipartimento nazionale di Protezione Civile, Guido Bertolaso, ha dovuto concedere più di una proroga. Dopo quella scaduta il 30 settembre scorso, ecco la situazione abruzzese comunicata dalla Regione Abruzzo. Hanno istituito il catasto degli incendi la quasi totalità delle amministrazioni abruzzesi: 303 Comuni su 305 per una percentuale del 99,35%. I due inadempienti sono Capistrello e Civita D’Antino. Hanno predisposto i piani di emergenza incendi 268 Comuni su 305 con una percentuale dell’87,87%. Dei restanti 37 Comuni, 27 (8,85%) sono nella fase finale della redazione dei piani, 10 (3,28%) nella fase iniziale. Tra questi ultimi figurano Pescara, Teramo, Carsoli e il solito Capistrello. Civita d’Antino ha ultimato il piano che è in fase di approvazione.
Rispetto alla perimetrazione delle aree percorse dal fuoco, sono in regola 92 comuni sui 151 interessati dai roghi, per questo obbligati all’adempimento: 60,93 la percentuale.
Tra le 59 amministrazioni comunali non in regola spiccano Lanciano, Vasto, Silvi e Teramo, oltre ai soliti Capistrello e Civita d’Antino.
"Estratto" da Semidiceviprima
mercoledì, gennaio 14, 2009
Per chi è interessato...

Articolo tratto da: www.terremarsicane.it
Il diciotto gennaio alle 17.30 i responsabili del neo comitato "Piani Palentini" hanno organizzato un incontro per illustrare ed approfondire alcune tematiche del progetto "Mega discarica" che dovrebbe sorgere in località "Trasolero" a Corcumello, frazione di Capistrello. Il progetto è ancora in fase di approvazione e per questo i rappresentanti del comitato hanno voluto incontrare i cittadini ed analizzare, insieme a degli specialisti, i vari problemi che la discarica potrebbe creare. In particolare verranno sottolineate le potenziali ricadute per quanto riguarda la salute pubblica e l'inquinamento ambientale.
Oltre ai vertici del comitato saranno presenti all'incontro anche l'assessore della Provincia dell'Aquila con delega all'ambiente Michele Fina e il segretario regionale di Legambiente Abruzzo Angelo Di Matteo. Durante l'assemblea, che si terrà nella sala "Ottaviani" della Parrocchia di San Giuseppe a Capistrello, verranno presentate le azioni messe in atto fino ad ora dal comitato "Piani Palentini" finalizzate a contenere l'ampliamento della discarica e l'individuazione di eventuali soluzioni alternative. Gli esperti e i componenti del comitato, alla fine degli interventi, saranno a disposizione per un "question time" durante il quale i cittadini potranno chiedere eventuali chiarimenti. Il comitato di cittadini da poco formatosi vuole tutelare gli interessi della comunità interessate dalla realizzazione della discarica di Trasolero e seguire passo passo tutte le fasi che porteranno all'apertura dell'impianto.
giovedì, dicembre 25, 2008
A NATALE REGALA UN RIFIUTO: E' PER SEMPRE

L’amministrazione Scatena non esiste più, ma ha lasciato la sua scia regalando al nostro territorio una delle discariche più grandi di tutto l’Abruzzo. Con un’operazione a dir poco sciagurata gli ormai ex amministratori hanno svenduto il nostro territorio con il solo intento di far cassa e senza tener minimamente conto di quelle che possono essere le conseguenze sui terreni e sulla popolazione. Per fortuna, leggendo le carte del contratto con la ditta appaltatrice è emerso più di qualche dubbio sulla regolarità del progetto e si è formato un comitato di cittadini (attivo per il momento soprattutto a Cese e a Corcumello) che si sta battendo a livello legale per cercare di bloccare l’ampliamento. Nei due piccoli centri è già iniziata una raccolta firme che sta ottenendo buoni risultati, noi cominciamo stasera a farlo per far sentire la nostra voce, quella che nessuno ha voluto ascoltare prima di prendere decisioni che riguardano il nostro sano vivere e la nostra salute…
Ah sì, vi starete chiedendo cos’è questa foto. Be’, l’immagine in questione è stata scattata sulla strada che porta alla Renga e quello al centro è AMIANTO… Buon Natale!
PS: per chi sta aspettando il nostro solito gadget natalizio… quest’anno abbiamo voluto stupirvi con effetti speciali! Riceverete in dono da noi medesimi nientepopodimeno che: UN ABBRACCIO!
Chiedete e vi sarà dato!
martedì, dicembre 09, 2008
LA RETE SBARCA A CAPISTRELLO

Ps. Naturalmente per sabato edizione speciale della nostra fanzine; se avete da mandarci materiale non avete che da farlo ;-)
www.lareteabruzzo.net
www.myspace.com/lareteabruzzo

martedì, novembre 11, 2008
Tubi catodici…
domenica, ottobre 26, 2008
i motivi reali (ma soprattutto seri) della caduta del dottor sindaco
Il Dottor Sindaco durante la conferenza stampa indetta per spiegare le motivazioni della caduta del suo governo, ha dichiarato di aver sempre preferito rapportarsi con la popolazione, (secondo lui l’unica a cui spettava il giudizio sul suo operato), e di non essersi mai preoccupato troppo delle dure critiche che venivano dai suoi “alleati” o dall’opposizione. Nonostante il poco tempo a disposizione per questa uscita straordinaria, la nostra redazione ha pensato bene allora di chiedere direttamente alla popolazione cosa pensasse dell’esperienza della giunta Scatena. Una domanda semplice per cercare di capire direttamente dalla “voce del popolo” quale è stato la vera motivazione della Caduta… Le risposte sono qui elencate:
-Perché c’hanno fatto la cianghetta!-
-Ma perché chi era glio sindaco? I ero remasto ancora a Paolo De Meis!!!-
-È tutta colpa della rampa del bar di Tony!-
-Perché la Fiorentina ha perso 3-0 in champions!-
-Perché s’era rotto il c***o!-
-Ma perché… ha cascato?-
-Buh Buh!-
-Perché era n’incapace e non sapea gestire un c***o!-
-Perché era parente a troppa gente!!!-
-Etelo a chiede a Tollis!!!-
-Perché è stato troppo pragmatico!!!-
-Perché era troppo stressato… insomma o fa jo medeco o fa jo sindaco-
La farsa e’ finita (per ora)
Le indiscrezioni si erano fatte sempre più insistenti e la notizia era ormai nell’aria da qualche tempo. Poi, giovedì, è arrivato il fatidico giorno della resa dei conti. Il risultato dell’ultimo consiglio comunale, ormai noto a tutti, ha portato alla definitiva caduta del Signor Dottor Sindaco Alberto Scatena; la frattura con i suoi ex alleati era diventata ormai insanabile e dopo due anni e mezzo di continui litigi e incomprensioni la maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni era ormai diventata solo una piccola roccaforte difesa da pochi uomini rimasti fedele al “Condottiero”. Non sono bastati per difendersi e ripartire e ora, a causa di questo “disastro” il paese passerà in mano a un “commissario cattivo” fino alle prossime elezioni. Ora sarebbe il momento di assumersi ognuno le proprie responsabilità, ma il solito scaricabarile è già iniziato e le colpe, come al solito, vengono attribuite da ognuno agli altri. Il fatto politico intanto resta: esce sconfitto un modo di fare politica come solo nei paesi come il nostro trova ancora tanto spazio: liste studiate ad hoc per racimolare più voti possibili grazie alle ampie parentele, piuttosto che ai favori e ai posti di lavoro promessi, che all’interno accomunano vecchi marpioni della politica mai pronti a cedere il passo alle nuove generazioni e a chi cerca di lavorare in modo differente dal proprio. Tutto qui, perché di nuovo, e questo lo possiamo affermare con assoluta tranquillità, non si è visto niente. È vero, il comune versava in uno stato di forte debito, ma questo, ci dispiace, non poteva essere un alibi all’infinito… Non un progetto, non una nuova idea, non un cambiamento nel modo di gestire la cosa pubblica. Abbiamo avuto i marciapiedi nuovi e tutti sembravano contenti, ma il paese intanto continuava a vivere di un’apatia e di un senso di insoddisfazione totale…
Ora sembrano ci aspettino mesi duri con il “commissario cattivo”, ma non vi preoccupate cari lettori, fra un po’ sarà di nuovo campagna elettorale e allora tutti saranno più buoni e più bravi, come a Natale, e Capistrello, nelle promesse, diventerà il paese più bellissimissimo del mondo!
PS. Noi la nostra campagna invece la cominciamo da ora, e prima di tutti. Alle prossime elezioni votate IL LOSCO!