sabato, aprile 29, 2006

PILLOLA

Beh, che dire... è una bella soddisfazione quando ci scrive gente che noi non sappiamo manco chi é...

Questa è la prima volta che scrivo e spero tanto di esserne in grado. Sono incazzatissima, devo sfogarmi e ho pensato che questo fosse il modo migliore x farlo.Allora sono incazzata con tutto il mondo xkè dopo un anno di pillola anticoncezionale yasmin ho scoperto grazie a Beppe Grillo e ad internet che la mia cara pillola tanto pubblicizzata come la pillola del terzo millennio, quella che non fa ingrassare, che non ha effetti collaterali e ha un ormone che stimola il corpo contro la ritenzione idrica, è una dei 184 medicinali messi al bando dalla FDA (FOOD AND DRUG ADMISTRATION) perchè oltre a non avere nessun potere dimagrante ha un milione di effetti collaterali!!!!! Sicuramente anche le altre pillole non fanno bene ma questa fa solo male!!! Per farvi capire meglio citerò parte di un articolo di un noto settimanale italiano: "Non la pensano così quelli di Public Citizen, che facendo il punto a un anno dalla commercializzazione di Yasmin negli Stati Uniti, affermano che il rischio per il cuore con questa pillola non va sottovalutato.Per chi diffida dell'informazione consumerista militante, può essere utile sapere che il Collegio dei medici di famiglia olandesi ha suggerito cautela nell'uso di Yasmin dopo il caso di una ragazza diciassettenne, che prendeva la pillola, morta per un trombo venoso. Da allora, le autorità europee hanno segnalato più di 50 casi di trombosi in donne che prendevano Yasmin, anche se manca la dimostrazione di un legame tra farmaco e incidenti.Anche la Food and Drug Administration (FDA), che pure ha approvato la pillola un anno e mezzo fa, esorta alla cautela: il drospirenone, infatti, può provocare l'accumulo di potassio nell'organismo, e quindi va evitato sia da chi è affetto da insufficienza renale o epatica, sia da chi prende medicine per il cuore come gli ACE inibitori e gli antagonisti dell'angiotensina. Nella scheda dell'FDA, poi, si fa chiarezza anche sui possibili effetti collaterali - tutt'altro che assenti: dal mal di testa alla nausea, dai cambiamenti mestruali ai crampi addominali. Infine, una delle riviste più accreditate sui farmaci, Medical Letter, afferma che non è ancora chiaro se Yasmin sia davvero in grado di contrastare l'ingrassamento. E conclude la sua revisione dando la preferenza alle pillole anticoncezionali più vecchie e sperimentate." ecco cosa ho scoperto con internet e cosa non ho scoperto con la ginecologa anche lei vittima ignara dei rappresentanti farmaceutici e delle case produttrici!!!!inoltre aggiungo che yasmin fa ingrassare come tutte le pillole,ho preso 4 kg in 9 mesi,fa venire la cellulite più delle altre ed ha moltissimi effetti collaterali che non voglio neanche ricordare.ecco adesso mi sento un pò meglio ma sono ancora incazzata xkè ho appena sentito al tg che un uomo innocente è stato scarcerato dopo 15 anni di reclusione ingiustamente vissuti mentre quel bastardo di angelo izzo uno dei mostri del circeo dopo tutto quello che ha fatto(lo ricorderete tutti!!)l'anno scorso era in semi libertà e ha violentato e ucciso di nuovo!! e non nasconde la sua soddisfazione sorridendo davanti ai parenti delle vittime con quel ghigno terrificante!!!!non posso credere di vivere in un paese cosi schifoso!! inoltre anche a donato bilancia e a luigi chiatti è stata accettata la proposta di permesso premio!!!!!!!!ma ci rendiamo conto!!!lo stesso bilancia in un intervista dichiarò chae una volta uscito avrebbe potuto rifare ciò che aveva fatto e noi che facciamo gli diamo il permesso premio????!!ma! chi sa che fine faremo!!??che schifo ora non sono arrabbiata sono nauseata dalla merda che abbiamo attorno!!non ne posso più!

simybutterfly

immobilità

Non mi piace per niente l'immobilità del nostro blog, perciò vi sparo subito un racconto scritto da un nostro affezionato... E beati voi che leggete il blog perchè è troppo lungo per pubblicarlo sulle nostre "fotocopie"...

Manca un giorno al grande evento, ebbene si : ‘MBROSIO e SERENELLA si sposano!
Cade così l’ultimo mito degli scapoli di Sant’ Acino, piccolo paese di ubriaconi situato negli Appennini, che, grazie a 22 anni di fidanzamento, aveva stabilito il record di resistenza al matrimonio ed era onorato e rispettato da tutti gli uomini del paese. Nei bar impazzavano le
scommesse sulla durata del matrimonio e sulla probabile assenza dello sposo il giorno della cerimonia – vedrete che non si presenterà- dicevano – e’ un uomo d’onore non può farci un’affronto del genere- ma Fustino (detto così per la sua mania per il fitness) testimone dello sposo
scuoteva la testa dicendo:- E’ partito, andato non e’ più lui pensate che accompagna persino la moglie a scegliere le bomboniere, i mobili e tutte le altre minchiate!-. A quel punto si udi’ un brusio
di stupore e tutti i presenti con lo sguardo attonito ma il bicchiere di vino ben saldo nelle mani, pendevano dalle labbra di Fustino -ma tu l’hai visto bene sei sicuro che sia proprio lui?- chiese
Zi Pietro noto alcolista e pluricampione di passatella,- Ma certo che era lui, seguiva quell’odiosa donna bonsai e faceva sempre di si con la testa !- . A quel punto Sberla con la sua faccia da schiaffi prese in mano la situazione – dobbiamo agire in fretta-disse- prima che sia troppo tardi-
e così si affrettò a bere il suo mezzo litro più tre campari come aperitivo e sparì come un politico dopo aver vinto le elezioni, in direzione de Le Vigne la montagna di Sant’ Acino.
Mentre la confusione regnava nel bar del Barone, entrò dalla porta Serenella e tutto si bloccò. Con la sua tipica espressione da monaca di convento e il suo famosissimo sorriso verticale, oggetto da sempre di discussioni data la sua somiglianza con un orifizio anale, chiese ai presenti:- avete visto Ambrogio ( vero nome di Mbrosio) devo assolutamente parlargli ma non riesco a trovarlo- -forse e’ scappato in Afganistan- disse qualc’uno, e Serenella capì di non essere la benvenuta
e se ne andò, con il suo tipico passo da geisha, a scegliere i segnaposto per la cerimonia. Mbrosio
era seduto sulla sua Alfetta 2000 e stava pensando a come risolvere la questione del ristorante visto
che per sposarsi alla Caverna Alleluia bisognava prenotare con tre anni di anticipo e lui, un capodanno di tre anni prima, in preda ad un totale e prolungato sconvolgimento dei sensi, dovuto
al mix micidiale formato dalla grappa di saraghi di Mimi’ il Chimico e amaro di cardi di Zi Minicuccia, aveva promesso a faccia-di-culo Serenella che il giorno seguente sarebbe andato a prenotare. Chiaramente il giorno seguente si riprese e non ci andò, ma era ormai troppo tardi, l’infernale macchina da matrimonio era stata lanciata e nessuno avrebbe mai potuto fermarla!
Per distogliere la mente da ‘sti brutti pensieri accese l’Alfa, entrò nel campo di Maruccio e si mise a disegnare sul grano verde e fresco, cerchi di una perfezione inaudita. Certo, la trazione posteriore l’aiutava molto, ma la maestria del controsterzo di Mbrosio era conosciuta in tutto il mondo tanto da produrre la solita valanga di imitazioni dando luogo ai famosi “Cerchi nel grano”. Mentre girava felice con il sorriso sulle labbra gli vennero in mente i 786 invitati che, l’indomani, si sarebbero ritrovati senza un ristorante dove andare e, quel che era peggio, avrebbe dovuto renderne conto al piccolo cerbero ossuto di Felicia sua suocera! Mbrosio tirò bruscamente il freno a mano e si fermò in direzione del Carrapone noto fiume Sant’Acinese, seriamente intenzionato a buttarvicisi dentro e farla finita una volta per sempre!- Almeno- pensava- sarò ricordato con onore!- Cominciò ad accelerare BRUUM BRUUUM , sempre più forte BRUUM BRUUUUUUMMMM ma all’improvviso COF COOF SPUT! SPUT!SFRASH, l’Alfa si spense. Era finita la benzina!-Porca putt.. tro… maial… lurida schifosa proprio adesso doveva finire! Guarda qua 50 euro di benzina e ho fatto solo 46 km! (certo tutti con la prima a 7000 giri eh!). Scese dall’auto e si senti subito chiamare –Brutto schifoso bastardo stavolta non mi scappi !- era Ciccioschiorto il proprietario del
campo. Mbrosio fece per scappare ma all’improvviso si fermò per aspettarlo. Lo vide avvicinarsi minaccioso con il bastone in una mano e la ronca nell’altra pronto a colpire e di colpo si gettò a terra in ginocchio dicendo:- uccidimi, uccidimi pure, tanto o oggi o domani per me e’ la stessa cosa!
Ciccioschiorto lo guardò con una strana espressione e gli chiese cosa volesse dire con quelle parole. Mbrosio gli raccontò tutto: il matrimonio, il ristorante, gli invitati, la moglie, la suocera etc.e infine con le lacrime agli occhi gli chiese – cosa devo fare, aiutami tu che sei più vecchio e saggio. L’uomo lo guardò e con la rara saggezza dei vecchi di paese disse –La si voluta la bicicletta e mo’ pedala!- e se ne andò ,con un ghigno soddisfatto sulle labbra. Scese la sera, ormai Mbrosio aveva perso il senso del tempo e, come in trance, percorreva a piedi la strada di casa. Giunse davanti la porta e si fermò per vedere se qualc’uno lo spiava. Con uno scatto felino entrò, e senza far rumore, si diresse verso la sua camera. Li lo attendeva una bottiglia di amaro di carrube, regalo di Mimì il chimico, che dopo tre o quattro sorsi lo portò tra le braccia di Morfeo (noto calciatore gay del luogo).
La chiesa e’ piena di gente ,e’ mezzogiorno e Mbrosio fa il suo ingresso in un abito che gli sta a pennello (certo con quello che e’ costato andava due mesi a Cuba ma lasciamo stare!). molti lo guardano colpiti, molti altri lo guardano increduli, ma lui con gli occhi fissi frutto dell’amaro di Mimì e il passo deciso arriva all’altare. La folla rumoreggia e un sottile brusio fa da sottofondo. All’improvviso tutti si voltano e accolta da degli OH di stupore, misti a molti altri OH OH di derisione entra lei, la malefica lillipuziana. Mbrosio si volta e,sebbene a fatica, riesce a distinguere in quell’ammasso di fiocchi, controfiocchi, vesti e sottovesti, cappelli e baldacchini la sua futura
Sposa. La cerimonia inizia e con gli occhi fissi ma la mente altrove, Mbrosio ascolta le parole del prete in catalessi ma, quando tutto sembrava perduto, si sente un tonfo. Dal portone della chiesa appare una figura umana tutta impolverata e ansimante. Il prete chiede:- chi e’,cosa succede , cosa volete.- - sono io, Sberla stanno arrivando i Luppolesi dobbiamo sbrigarci non c’e’ tempo da perdere- e così dicendo butta a terra due borsoni da calcio e comincia a tirar fuori le gloriose divise della squadra di amatori di terza categoria (creata apposta dalla federazione per permettere a quattro dementi di giocare ancora a calcio). Da lontano si sentivano già le grida animalesche dei Luppolesi (abitanti di San Luppolo paese confinante con Sant’Acino e nemico giurato sin dai tempi del Giurassico, quando si affrontavano a colpi di clava, ma questa e’ un’altra storia…) che evidentemente avevano già iniziato il riscaldamento, a base di birra e tutti i suoi derivati, e si stavano schierando sul campo,misto di asfalto e cemento, adiacente alla chiesa.
All’interno i presenti ,anche se colti di sorpresa, si precipitarono fuori a preparare l’occorrente per la partita, mentre i giocatori smettevano i vestiti della festa e indossavano le divise rosso Montepulciano della squadra. Le uniche a rimanere di stucco senza parole furono Serenella e la madre mummia che, appena videro Mbrosio indossare la 9 svennero tutte e due contemporaneamente. Voi vi domanderete come mai una partita possa interrompere un matrimonio
be’, anche questa e’ un’antica usanza secondo la quale il paese sfidante puo’ presentarsi quando
vuole e, se l’avversario si rifiuta (mai successo in milioni di anni di storia)perde la partita a tavolino
con tutte le conseguenze del caso che non sto qui ad elencare. Dirò soltanto che una volta a San Luppolo si giocò la notte di Natale mentre c’era una bufera di neve e la maggior parte degli abitanti era impegnata in un presepe vivente! I Luppolesi erano già schierati dalla loro parte del campo
e, imbracciati i tamburi, intonavano le note del loro inno mentre gli Acinesi, dalla loro parte, allestivano in fretta e furia i punti ristoro per i giocatori e il pubblico sostenitore. Il prete, smesso l’abito da cerimonia, si stava preparando al compito più ingrato: arbitrare! Indossò la tonaca rinforzata da cuoio e pelle di cinghiale ,prese la sbranga rossa e quella gialla(servivano come cartellini e soprattutto per calmare le vivaci proteste dei giocatori), mise il casco integrale
e con il corno di Uni si diresse a centrocampo. Accolte da un fragore assordante le due squadre si schierano in campo, l’arbitro chiama i due capitani per ricordare le regole:- si arriva a dieci in caso di parità si va’ a oltranza e bisogna fare almeno due gol di scarto, e mi raccomando niente omicidi!- Con un soffio poderoso nel corno di Uni inizia la partita. Contrasti stile karate kid,
placcaggi stile football americano, gomitate e ginocchiate derivate direttamente dalla tai box tutto nella norma insomma almeno per le prime due ore e mezza. Ad un tratto Serpico, terzino destro dei Luppolesi,tira fuori un matterello dai calzoni e colpisce con tutta la forza le reni di Tojo l’anguilla, sgusciante ala sinistra degli Acinesi. Immediatamente l’arbitro tira fuori la sbranga gialla e, con la precisione di un cellerino, colpisce allo stomaco Serpico che stramazza a fianco di Tojo. Subito si
sente lo scampanare dell’Etilambulanza composta da un vecchio carro trainato da due mufloni
sul quale era stipato tutto l’occorrente per il primo soccorso: un campionario completo delle grappe di Mimì il chimico capaci di rianimare persino una carcassa in decomposizione, unguenti e estratti di Zi’ Minicuccia di cui e’meglio ignorare la provenienza e infine due donne molto prosperose addette alla rianimazione bocca a bocca e ai massaggi. Svegliate dal frastuono Serenella e la madre si precipitano ai bordi del campo con la ferma intenzione di non schiodarsi fino alla fine della partita per celebrare, anche in ritardo, il matrimonio. Dopo sei ore e venti la partita era sul 39 pari e, nonostante le scorte alcoliche fossero quasi esaurite, nessuna delle due squadre aveva intenzione di mollare. Cominciò allora l’opera di distrazione da parte degli acinesi che prepararono un grosso torchio pieno d’uva con sopra quattro donne in sottoveste che, ballando in modo sensuale e lascivo, iniziarono a pigiar uva cantando: O-le-le O-la-la guarda questa qua vienila a toccà . Subito si vide il primo effetto perché il portiere luppolese, ammaliato dalle suadenti baccanti, si distrasse e un innocuo retropassaggio si trasformò nel gol del vantaggio. La rissa susseguente fu occasione per i più di andare a bere il vino novello appena prodotto dalle donne di Pierfrancesco Pigiatore e, alcuni giocatori ormai stremati, suggerirono di usare la madre di Serenella come iettatrice. Subito fu preparato un trespolo e, caricata la vecchia mummia, venne portato verso il campo dei luppolesi.
In cinque minuti gli acinesi ebbero tre palle gol ma inspiegabilmente Mbrosio, autore fino a quel momento di una prestazione maiuscola corredata da ben ventun gol, le fallì tutte clamorosamente.
Era chiaro che Mbrosio non aveva nessuna voglia che la partita finisse perché quello che lo attendeva era ben peggiore infatti, la pseudo-bomboniera lo controllava da bordo campo e per niente al mondo lo avrebbe lasciato andare via senza sposarla. Mbrosio decise allora di immolarsi
e si lanciò verso la porta avversaria con l’intenzione di farsi tramortire per sfuggire alla nana faccia-di-culo. I luppolesi si scagliarono su Mbrosio con tutta la violenza possibile e, appena entrato in area, venne travolto e sotterrato da cinque difensori. L’arbitro fischia rigore e inizia a mulinare in aria le spranghe giallo-rosse come difesa (sembrava un ultrà della Roma allo stadio)e, mentre 193 persone erano impegnate in una mega rissa, Mbrosio viene affidato alle cure sapienti di Mimì e le sue infermiere e in dieci minuti torna come nuovo. Tutto è pronto per il calcio di rigore, Serenella si piazza dietro la porta con gli occhi lucidi pieni di speranza. Mbrosio si guarda intorno cercando di trovare comprensione dai suoi compagni ma vede solo facce livide e tumefatte, stinchi rosso sangue, caviglie gonfie come palloni e occhi pieni di speranza. Capisce subito che tutti sperano in lui e che non può proprio sbagliare quel calcio di rigore. Prende la rincorsa, guarda Serenella dietro la porta e parte a tutta velocità tirando una puntata tale che gli costerà tre dita fratturate. Il portiere nemmeno vede il pallone che, sfondando la rete, colpisce in pieno viso Serenella. Quello che successe poi è indescrivibile e, agli occhi di un estraneo, sarebbe apparso come un’orgia satanico-pagano-animalesca. Solo Mbrosio si diresse verso Serenella che, prima di svenire, pronunciò le uniche parole che si sposavano perfettamente con la sua bocca STRONZO! Dopo una settimana di festeggiamenti si ritrovarono tutti nel bar del Barone e facendo gli auguri a Mbrosio per lo scampato pericolo (Serenella era in ospedale e ne avrebbe avuto ancora per sette settimane ) si fecero raccontare da Sberla come avesse fatto a provocare i luppolesi, ma questa è un’altra storia…

Leonard van Albert

mercoledì, aprile 19, 2006

ABOLIAMO LA RICARICA TELEFONICA

Gianluca, un nostro lettore, ci ha mandato questo pezzo. Lo pubblichiamo volentieri.

L'argomento non è nuovo, ma evidentemente non smette di interessare tutti gli utenti di schede prepagate per cellulari. Che sono abituati, ad ogni ricarica, a pagare una commissione all'operatore. Un costo contro il quale è stata varata una petizione online aperta a tutti gli utenti.
Nata da un'iniziativa spontanea, slegata da associazioni e movimenti di consumatori, la petizione è appunto finalizzata all'abolizione dei costi di ricarica per il credito fruibile da telefono cellulare: "È una cosa che accade solo in Italia - recita l'invito a sottoscrivere la petizione - mentre in tutti gli altri paesi Europei si paga ciò che si consuma".
"In Italia - continua l'invito - oltre al consumo devi anche pagare il "costo della ricarica" che altro non è che un'invenzione dei gestori telefonici per fare ancora più soldi a scapito di noi consumatori. Con questa petizione i firmatari chiedono l'abolizione di questi famosi costi di ricarica, anomalia tutta italiana".
La petizione è indirizzata al Dipartimento Concorrenza, Mercato e Consumatori della Commissione Europea e all'Antitrust italiana.
http://www.petitiononline.com/costidir/petition.html

Aderiamo a questa petizione, ci vogliono 30 secondi, ma soprattutto facciamo girare. Il numero delle adesioni alle 08:10 del 19.04.2006 è di 1248.

Ciao a tutti

G

sabato, aprile 15, 2006

...vince la follia!!!!!

Palla al centro, l’arbitro fischia ed incomincia la partita tra le due Capistrellane. La sfida più attesa delle ultime settimane: IL DERBY.
Il gioco è maschio, duro, nessuna delle due squadre vuol perdere… Le occasioni fioccano da una parte all’altra, ed il primo tempo si chiude sullo 0-0.
Nella ripresa la partita si fa più emozionante, due giocatori della Virtus vengono espulsi per un fallo simultaneo a forbice su un giocatore della Procalcio 2005…
La partita per la Virtus si mette male e così la Procalcio 2005 all’ 88° passa in vantaggio con un goal su punizione concessa per un fallo dubbio…….Terzo minuti di recupero, la Procalcio 2005 ormai pregusta la vittoria, quando un giocatore della Virtus entra in area, dribbla il portiere e nel momento di calciare viene atterrato… fischio dell’arbitro: RIGORE! Occasionissima per la Virtus di pareggiare. Palla sul dischetto… la rincorsa del giocatore… TIROPALOTRAVERSA
La palla si allontana inesorabilmente dalla porta quando un difensore della Procalcio 2005 nel tentativo di rinviare svirgola clamorosamente e la mette alle spalle del proprio portiere!!!
L’arbitro fischia la fine dell’incontro e la Virtus esulta per il pareggio agguantato. L’incontro si chiude sull’ 1-1. E’ stata una bella partita: combattuta si, però giocata con fair play, e tutto ciò non può che far onore al calcio e al paese…….
Naturalmente tutto ciò è frutto di pura fantasia, perché la partita non si è giocata. Questo perché in certi momenti ci sono cose più importanti che devono farci riflettere… perchè in un momento, nei pensieri di un uomo c’è il rispetto!!!
E’ pur vero che ognuno di noi è libero di pensare, agire, comportarsi nel modo che vuole, ma sono del parere che abbia vinto solo la follia di qualcuno.

shak_sullacosta@yahoo.it

the losco!!!

afterhours: ballads for little hyenas

Roma 11 Aprile 2006 concerto degli Afterhours.

Io c’ero e voglio raccontarvelo, senza alcuna pretesa, senza giudizi “tecnici” (come solo Nello saprebbe fare) con la consapevolezza che quello che segue è sicuramente meno interessante del concerto degli Strokes a Los Angeles (WOW!). Il mio è il racconto di una serata di primavera passata ad ascoltare dal vivo uno dei gruppi musicali più interessanti della scena rock italiana, gli Afterhours appunto, band milanese capitanata dall’enigmatico Manuel Agnelli; autore dei testi, chitarrista e soprattutto voce fuori dal comune. Da gennaio il gruppo sta attraversando mezza Europa e (proseguirà anche in USA) per la presentazione dell’album Ballads For Little Hyenas, versione inglese del capolavoro “Ballate per piccole iene” uscito lo scorso anno. Sembra che in alcune tappe italiane molti fans abbiano gradito poco le canzoni in inglese contestando durante i concerti: Ridicoli! rock ed english vanno a braccetto e poi gli Afterhours hanno iniziato la loro carriera incidendo 2 album in lingua anglosassone (During Christine’s Sleep e Pop Kills Your Soul)! Ballads For Little Hyenas rappresenta quindi una sorta ritorno alle origini del gruppo, una scelta coraggiosa ed azzeccatissima. Polemiche a parte, il reportage di una 25enne che è colta da crisi pseudoadolescenziali quando vede il suo “cantante preferito” (l’ho visto scendere dall’auto!!n.d.t.), inizia fuori dal circolo degli artisti, storico locale romano, con una fila di 20 minuti nonostante fossero solo le 20:00… (ma chi l’ha detto che è un gruppo di nicchia?) alla quale segue un’altra fila di 20 minuti (aridaiee) all’interno del cortile del locale. Finalmente arrivo al traguardo: la cassa. Un tizio con la maglia celeste mi passa avanti e compra 2 biglietti. Lascio correre. Tocca a me. La cassiera mi ignora e guarda il ragazzo accanto a me. “10 biglietti” dice lui .Lei stacca 10 fogliettini dal blokketto ed annuncia “sono finiti”. La guardo incredula…poi inizia la mia infinita lista di imprecazioni e condanne, me la prendo con tutti vorrei vedere il “tizio con la maglia celeste” e spaccargli la faccia!. Ma la mitica cassiera mi ridona un barlume di speranza: può trovare altri 10 biglietti solo per noi 4 della prima fila. Noi, i prescelti, possiamo socializzare ora che non siamo più nemici, i biglietti arriverano e saranno nostri!. Si, arriveranno dopo un’estenuante ora passata in piedi a guardare la mia amica cassiera con gli okki da cane bastonato. Alle 22:00 finalmente sono dentro, schiacciata ma felice come una pasqua, non troppo lontano dal palco. Luci Off, altre luci On :Inizia il concerto. La prima canzone è la LA SINFONIA DEI TOPI” Metto gli okkiali (sono un po’ miope) tutti cantano e soprattutto pogano…tolgo gli okkiali! L’acustica è buona, la canzone non è una delle mie preferite ma è così “forte”e la voce di Manuel è travolgente…ottimo inizio. Segue un brano in inglese, nessuno canta + perkè nessuno sa una mazza di qsta lingua meravigliosa! Poi finalmente “lei” un capolavoro in italiano: MALE DI MIELE ora si che tutti urlano ”…la sicurezza ha un ventre tenero, ma è un demonio steso tra di noi…” una scarica di adrenalina, 3 minuti di “panico” (wow!). Le emozioni si susseguono nota dopo nota, ogni canzone è un alternarsi di acuti perfetti che sembrano colpirti alla testa (ma come cazzo fà ad urlare così senza stonare?) e di parole sussurrate che senti nello stomaco. Ogni canzone è una storia a sé , è un testo da capire, un’urlo dei fans, un’urlo che diviene un boato quando si odono le note di “ NON SONO IMMAGINARIO” canzone stupenda , a tratti quasi struggente, perfetta per musica e testo (per intenderci è quella che fà “meraviglioso come a volte ciò che sembra non è..”). Lo show prosegue tra pezzi del nuovo album e vecchi successi, mancano però le ballate più famose, quelle che tutti aspettano, quelle da fine concerto …NIENTE. Ma va bene così, mai scontati i ragazzi sul palco! Il cantante ringrazia spesso noi comuni mortali, fa una specie di brindisi sollevando in aria un bikkiere. Qualcuno prova ad inneggiare alla lingua italiana durante qlke pezzo in inglese, (dico io è la presentazione di Ballads For Little Hyenas come dovrebbero cantare, in Giapponese?). Per il resto la gente è entusiasta… io estasiata , soprattutto quando è il momento di RAPACE, esiste una canzone più sensuale? Credo di no. Bèh di sensuale c’è anke lui Manuel, non bello ma assolutamente affascinante. Il volto coperto dai capelli scuri, un omone vestito di nero…o meglio un’ormone vestito di nero! Un’immensa molecola di testosterone che si agita sul palco (basta birra!!!). Il concerto finisce dopo le solite finte (gli artisti escono poi rientrano etc…). Sarà mezzanotte quando sono fuori dal locale, soddisfatta, senza neanke il solito mal di reni da 4ore in piedi, felicissima! Per una musicomane come me ascoltare dal vivo le canzoni che oramai da tempo accompagnano le mie giornate è una gioia… la musica è una gioia, è cultura, è aggregazione. Statevi bene.

S80

AAAAAA somaro normale cercasi

Vorrei comprarmi un somaro che prenda a calci ogni cane di quelli che si credono migliori degli altri.
Un somaro normale, fiero, di quelli ormai rari, specie quasi estinta, creduta inutile ma depositaria di una speciale caratteristica: la normalità. Non voglio un cane speciale, di quelli belli, da difesa moderna; quelli quasi artificiali, cattivi per selezione, che ogni tanto senti che uccidono, o quasi, un cristiano, di solito bambino. Quelli che sono i Costantino degli animali, belli fuori, speciali, da imitare ma inimitabili; che fanno moda. O è la moda che li fa?
Li creerà mica apposta per farceli piacere? Vuoi vedere che è come i fenomeni della politica che te li ritrovi belli, affascinanti, in ruoli di primo piano all’improvviso, improvvisati ma, esteticamente perfetti, forti, artificiali, da imitare, inimitabili.
E vuoi vedere che è come per quei fenomeni giuristi, avvocati, e magistrati, che all’improvviso assurgono il rango speciale, quello degli eroi o dei furbi, gli uni capaci salvare pure gli indifendibili aggirando qualsiasi legge, gli altri capaci di ricoprire incarichi di qualsiasi sorta, in ogni campo, di miglior prestigio, in barba anche ai colleghi normali come il mio somaro.
Bello il somaro, perché è normale. Tanto normale che è diventato raro, speciale. Solo lui vive ancora solo per mangiare, bere e lavorare. Non fa la guardia, non fa il simpatico, non aggredisce nessuno, né per sé, né per te. Lascialo perdere e lui ti lascia perdere; e forse è allora che diventa pure simpatico. Ma stia attento il cane speciale, che con lui non attacca, non va di moda, la moda non lo cambia: è tanto normale che se insisti ti dà anche un calcio nelle palle.

M.P.

kapistrello, kaput e kultura

Ascoltare le impressioni di chi gratifica il tuo lavoro con una recensione o anche solo con un semplice commento che scivola dentro una chiacchierata al bar è molto stimolante.

Per qualche strana ragione capita che certe righe o frasi restino incastrate in qualche anfratto nascosto dell'anima di chi legge suscitando a volte riflessioni altre volte emozioni altre ancora dubbi.

Quando questo succede vuol dire che l'obiettivo di chi scrive è stato centrato.
Nell'era della comunicazione globale il paradosso della società moderna è l'incomunicabilità tra gli individui e allora pare quasi un miracolo quando si riesce a polarizzare un poco di attenzione su un evento culturale.
Lo storico De Sanctis afferma che la cultura è il percorso che conduce all'educazione e alla civiltà, quindi nulla a che vedere con l'erudizione cattedratica o il bieco nozionismo massmediologico.

Educazione e Civiltà hanno a che fare con l'amore per se stessi, con la partecipazione alla vita sociale, con il rispetto delle regole condivise e dei diritti altrui.

In altre parole Cultura è prima di tutto consapevolezza di se stessi, delle proprie radici, del proprio passato e tentativo di decifrare il proprio futuro.
In questo senso Kaput è un fanzine che riesce a interpretare la realtà locale ma anche gli altri temi di carattere generale con un linguaggio salace e diretto, pungente e chiaro la cui efficacia è intensa e limpida, da battere "il cinque" con il cielo.
alfio

venerdì, aprile 14, 2006

Pasqua di sangue!

Da quando sono diventato vegetariano, la domanda che mi viene posta più frequentemente è: perché non mangi carne?” Io a dire la verità mi sono un po’ rotto di rispondere, specie perché a volte la domanda mi viene posta come un’ accusa(c’è gente che vuole dare una connotazione politica a tutto)… però rispondo sempre e dico: “ non mangio carne perché non credo sia giusto ammazzare poveri animali indifesi, quando ci sono altre cose da mangiare”. Solitamente mi viene contestata questa risposta e c’è quello che mi dice “ma che cazzo te frega magna!” e quello che mi dice “abbiamo bisogno di mangiare carne, non possiamo campare di sola –erba-” …insomma, a parte che io seguo una dieta vegetariana da 6 anni circa e mi sento benissimo (analisi mediche alla mano), non ho mai sentito nessuno dirmi le cose come stanno veramente: ossia che non si sono mai posti il problema e che fondamentalmente non gli frega un cazzo della povera bestia morta ammazzata.

Lo scopo di questo mio articolo è quello di farvi riflettere (e anche di farvi sentire un po’ in colpa) e allora (per assurdo) prendo per buona la tesi che per campare ci sia bisogno di mangiare carne.
Quindi ok mangiare manzo, ok mangiare maiale, ma perché mangiare dei cuccioli? Perché a Pasqua mangiate l’agnello?”La risposta la so già: la carne di agnello è tenera, è succosa…una delizia. E' già una crudeltà ammazzare un animale, ma ammazzare un cucciolo lo è ancora di più…
Io credo che anche gli animali abbiano il diritto alla vita come ce lo abbiamo noi, ed ammazzare un cucciolo senza dargli il tempo di esplorare questo nostro mondo, bello anche se molto crudele a volte, per me equivale a disprezzare la vita stessa, uccidendola sul nascere…
So che a molti sembrerà patetico questo mio intervento, ma la Pasqua è vicina, e a me dispiace veramente che tante povere bestiole vengano ammazzate solo per dar piacere al palato...
Non ho le idee ben chiare in fatto di religione, ma mi chiedo perché una tradizione religiosa come la nostra che professa l'amore totale per la natura, gli animali e gli uomini preveda un rituale così crudele.

In_the_Nino

mercoledì, aprile 12, 2006

che cos'è la politica

Ulisse (po po po po) Moretti, mi ha spedito una simpatica e-mail. Volevo farvela leggere:

Un bambino domanda al padre:

Papà, che cos‘è la politica ?

Il padre risponde:

· Io porto i soldi a casa, per cui sono il Capitalismo

· Tua madre gestisce il denaro, quindi è il Governo

· Il nonno controlla che tutto sia regolare, per cui è il Sindacato

· La nostra cameriera è la Classe operaia

· Noi tutti ci preoccupiamo solo che tu stia bene.Perciò tu sei il Popolo.

· E il tuo fratellino, che porta ancora i pannolini, è il Futuro.

Hai capito figlio mio?

Il piccolo ci pensa su e dice a suo padre che vuole dormirci sopra una notte

Nella notte il bambino viene svegliato dal fratellino che piange perchè ha sporcato il pannolino.

Visto che non sa cosa fare, va nella camera dei suoi genitori.

Lì c‘è sua madre che dorme profondamente e lui non riesce a svegliarla

Così va in camera della cameriera, dove trova suo padre che se la spassa con lei, mentre il nonno sbircia dalla finestra!!!!

Tutti sono così occupati che non si accorgono della presenza del bambino

Perciò il piccolo decide di tornare a dormire

Il mattino dopo il padre gli chiede se ora sa spiegargli in poche parole che cos‘è la politica.

SI, risponde il figlio

· Il capitalismo approfitta della classe operaia

· Il sindacato sta a guardare

· Nel frattempo il governo dorme

· Il popolo viene completamente ignorato

· E il futuro è nella merda

Questa è la politica!!!

domenica, aprile 09, 2006

The losco!

L.A. Confidential part two: "the strokes" LIVE


Già! Devo ritrattare parzialmente il mio precedente articolo... E NE SONO CONTENTISSIMO!!!!!!

In una prima analisi mi sentivo di considerare L.A. come una città "pseudo" cosmopolita... dopo il concerto di ieri potrei affermare l'esatto contrario. Probabilmente la verità sta nel mezzo!!

L'atmosfera che si respirava al GIBSON, ieri, era quella delle grandi occasioni... il teatro rigorosamente FULL... migliaia di persone festanti si aggiravano per i locali ed i negozi dell' UNIVERSAL CITY WALK prima dell' evento... naturalmente considerando che si apprestava a suonare una delle band piu etiliche del momento la parola d'ordine era: ALCOHOL!!!

I controlli all'ingresso, come tutti gli eventi in U.S.A. a dir poco puntigliosi, non hanno impedito l 'entrata della mia preziosa videocamera (gli americani avranno anche i metal detector dappertutto ma gli italiani rimangono sempre più furbi). J

Già nei minuti prima del concerto si notava la voglia di stare insieme, comunicare, conoscersi, divertirsi senza alcun pregiudizio su niente e su nessuno... inutile dire che questa atmosfera sia letteralmente esplosa quando i 5 di new york sono saliti sul palco!

Partendo dal presupposto che quest’ultimo disco dei "Strokes" è piacevole ma inferiore rispetto ai rivoluzionari dischi precedenti, il loro live è risultato invece pieno di energia, coinvolgente... FIGO! La loro colorita performance live fa dimenticare presto i (pochi) difetti di questo disco: ricercare il mixaggio tra suoni degli anni 70 con quelli 80 è risultato meno efficace questa volta.

Il Live è partito subito alla grande con "You only live once" tra le urla festanti delle ragazze e i "grugniti" animaleschi dei boys... con Fab Moretti che imprime un sound decisamente ritmato e con la voce di Julian più filtrata e meno "ubriaca" del solito. Lo show continua con “Vision and Division perfetta interpretazione che passa dal rock più melodico alle schitarrate folkloristiche alla Hendrix. Gli Strokes non danno tregua proponendo un classico del loro repertorio come la strabiliante "Reptilia", che dire: YEAHHHHHHHH!!!!!

A questo punto lo show rallenta decisamente e anche il pubblico in delirio riprende un pò di fiato... (ottimo momento per scambiare due chiacchiere con gli amici e le amiche di mary) "Ask me anything", "Evening sun" e "Killing lies" non stimolano troppo i ragazzi che seguono con minor attenzione e passione questa parte del concerto. Gli Strokes se ne accorgono e sparano una "modern AgE" carica di "gradi" che torna ad infiammare il pubblico... le scariche adrenaliniche (juicebox, 15 minutes of pain) si susseguono e il tasso di gradimento viene misurato a seconda della potenza delle pogate dei ragazzi in prima linea. J

La chiusura è da brivido, con Julian visibilmente "scioccato" che prende il microfono e lo infrange ripetutamente contro una cassa!! A dir la verità la cosa non mi è sembrata molto spontanea (controllate bene il video), ma è risultata sicuramente efficace, continuando a "spaccare" per tutta la durata della canzone e concludendo lo splendido concerto al massimo!!!!!!!

Il mio stato d'animo all'uscita del Gibson si può racchiudere in una parola: SODDISFATTO!

A fine concerto in tantissimi ci siamo riversati nei locali adiacenti la location per festeggiare fino allo svenimento... ma questa è un' altra storia...

Seeyaa

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|.A. Tr|nX

Rock ‘n roll swindle


30 anni fa, per la gioia di mamme, nonne e della regina Elisabetta soprattutto, usciva nei negozi di dischi di tutto il mondo un LP destinato a scuotere le masse fin dalle fondamenta: “never mind the bollocks here’s the sex pistols”, il più importante disco punk rock.

Ad onor della cronaca il discorso punk era già iniziato anni prima in america con gruppi come stooges, mc5, new york dolls, Ramones…

Ma i sex pistols portarono il punk ad un livello superiore dove la musica era solo la piccola parte di un più ampio discorso artistico. Discorso artistico in cui confluivano grafica, performance estreme, fashion, anarchia…

I pistols stessi erano un’opera d’arte vivente. Opera dell’artista/manager “Malcom McLaren”, che di fatto muoveva tutti i fili. I pistols erano della marionette e facevano tutto quello che diceva loro Malcom.

Il fatto che fossero controllati da un manager però cozzava con quello che era lo spirito del punk, ossia lo spirito del “fai da te” (do it yourself)e il loro abbigliamento è un altro grosso paradosso: all’apparenza stracci raccolti da un cassonetto per i rifiuti, in realtà capi di alta moda realizzati dal genio di “Vivienne Westwood”, moglie di Malcom.

I Pistols durarono poco più di due anni, il tempo di un disco e di una manciata di performance estreme. Come l’oltraggioso concerto sul Tamigi, fatto in concomitanza del giubileo della regina Elisabetta. I turisti arrivarono per i festeggiamenti e loro li accolsero urlandogli contro che il governo della regina era un regime fascista. ”God save the queen, the fascist Regime…”

A fine concerto finirono tutti al gabbio...

Consiglio a chi è interessato ad approfondire la questione, la visione del film documento “rock ’n roll swindle” dove Malcom stesso ci spiega attraverso l’uso di un decalogo come l’ascesa al rango di pop star dei pistols sia stato studiato a tavolino, bollando così il fenomeno come una “truffa”: La grande truffa del Rock ‘n Roll!

In_the_Nino

Il confine invisibile

Beh, che dire… non mi sembra vero!!! Per la prima volta Capistrello sale alla cronaca per un avvenimento che non aveva precedenti. L’uscita in libreria de “Il confine invisibile”, primo romanzo del nostro concittadino Alfio Di Battista, rappresenta una ventata di novità nel panorama culturale del nostro paese. Insomma, vi ho rotto più di una volta le scatole affermando che la diffusione della cultura rappresenta, per me, l’unica via di uscita da una situazione di stallo in cui il paese è ormai infangato, per questo non posso che rallegrarmi del fatto che su una bandella di un libro (spero che venda tante copie) ci sia scritto il nome del nostro paesetto sperduto tra le montagne. Qualche giorno fa abbiamo assistito alla presentazione del volume in una sala ottaviani gremita, che pare che fossimo stati al Comune per quanti assessori, consiglieri e aspiranti sindaci erano presenti…; a parte questa nota di colore (ma si sa che siamo in campagna elettorale e ogni occasione è buona per farsi vedere in pubblico) è stato bello essere presenti e constatare che in fondo qualcuno ce l’ha fatta, quindi complimenti al “nostro” Alfio, che, e ora ve lo dico, ha scritto diverse volte anche su Kaput… Ho comprato il libro e mi sono impegnato a leggerlo come avrebbe fatto un vero recensore, ma scrivere di un libro è cosa quanto mai difficile… Prima di tutto ho dovuto superare l’impatto di un modo di narrare che non è proprio il mio preferito (spero che l’autore mi perdonerà); il linguaggio stilisticamente perfetto è un pregio di chi riesce a mantenerlo, e in questo il “nostro” si è dimostrato veramente esperto, ma per me che sono abituato a narrazioni di ben altro genere ha provocato un po’ di difficoltà nello stare dietro ai discorsi. Questo non significa certo che il libro non vada letto, anzi… I due protagonisti, Lui è Lei, (sono senza nome perché “i nomi servono solo ad uccidere le cose”) potrebbero far pensare ad una sorta di storia d’amore, ma secondo lo stesso Di Battista essi sono solo un espediente narrativo che serve a raccontare i sentimenti e i pensieri di chi scrive… quindi, non soffermatevi troppo a cercare di capire come andrà a finire (anche se è da leggere fino all’ultima riga), piuttosto seguite il contenuto e fatevi un’idea di quanto sia importante non soffermarsi sulle apparenze e quanto il confine tra realtà e fantasia può diventare una semplice linea d’orizzonte non troppo invalicabile.

oppure libri

g79@email.it

Starsky + Hutch vs. Il Cattivo


Forse sarà stato uno di quei sogni che non si fanno ricordare e che lasciano l’acido in bocca, o forse sarà stata la pizza coi peperoni che ho mangiato ieri sera... fatto sta che stamattina sono incazzato nero!

Scendo le scale che portano in cucina imprecando contro il diavolo e una volta giù neanche la saluto mia madre. Mi siedo a tavola e aspetto il caffè. Lo bevo d’un sorso come se stessi prendendo una medicina cattiva, poi mi alzo di scatto, neanche di un poco più contento e vado in bagno a lavarmi. Mi tolgo innanzitutto le caccole dal naso, poi con abbondante acqua calda mi sciacquo il viso. Ed è nel fare questo gesto quotidiano che noto con orrore un particolare che non avevo mai notato prima: un cazzo di pelo bianco nella barba!!!

Porca troia! Come è possibile che stia già sbiancando? Mi sembra ieri che con gli amici d’infanzia, Cristian ed Emiliano, giocavamo a Starsky & Hutch...

...Ah che bel gioco che era quello! Potevamo avere 5-6 anni e ci si gasava da matti ad impersonare i due sbirri americani.

Il problema è che eravamo in tre, quindi uno di noi doveva recitare nell’ignobile ruolo del cattivo o, se andava bene, del losco Huggy Bear (che aveva il vantaggio di essere sempre attorniato da belle tipe poco vestite).

Altro casino era decidere chi di noi doveva essere Starsky, che ai nostri occhi era il più figo di tutti, soprattutto perché era lui quello che guidava la mitica “Ford Torino” e poi perché portava il giubbotto nero di pelle come Fonzie, l’altro nostro mito.

Ci incazzavamo come bestie: “no cribbio, ieri ho fatto io il cattivo, oggi devo fare Starsky” oppure “Sono io quello più grande...devo farlo io”...insomma alla fine si arrivava sempre alla solita conclusione: Cristian faceva Starsky, Emiliano Hutch ed io facevo il cattivo.

Il gioco era bellissimo: Cristian & Emiliano mi correvano dietro urlandomi contro “delinquente, ti prenderemo!” poi mi acciuffavano e mi dicevano “sei in arresto sporco ladro!” mi portavano in commissariato e mi urlavano in faccia “chi sono i tuoi complici?!” “diccelo o ti ammazziamo”.

Io spifferavo tutto e la storia aveva sempre un lieto fine.

Sto gioco è durato molti anni, poi sono arrivate le romane in vacanza e gli ormoni hanno preso il sopravvento.

Ah che dolci ricordi!... Mi è passata pure l’incazzatura mattutina ed il pelo bianco è solo un pelo bianco... facilmente eliminabile. Difatti prendo una lametta e mi faccio la barba.

In_the_Nino

martedì, aprile 04, 2006

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