giovedì, dicembre 25, 2008

A NATALE REGALA UN RIFIUTO: E' PER SEMPRE

L’amministrazione Scatena non esiste più, ma ha lasciato la sua scia regalando al nostro territorio una delle discariche più grandi di tutto l’Abruzzo. Con un’operazione a dir poco sciagurata gli ormai ex amministratori hanno svenduto il nostro territorio con il solo intento di far cassa e senza tener minimamente conto di quelle che possono essere le conseguenze sui terreni e sulla popolazione. Per fortuna, leggendo le carte del contratto con la ditta appaltatrice è emerso più di qualche dubbio sulla regolarità del progetto e si è formato un comitato di cittadini (attivo per il momento soprattutto a Cese e a Corcumello) che si sta battendo a livello legale per cercare di bloccare l’ampliamento. Nei due piccoli centri è già iniziata una raccolta firme che sta ottenendo buoni risultati, noi cominciamo stasera a farlo per far sentire la nostra voce, quella che nessuno ha voluto ascoltare prima di prendere decisioni che riguardano il nostro sano vivere e la nostra salute…

Ah sì, vi starete chiedendo cos’è questa foto. Be’, l’immagine in questione è stata scattata sulla strada che porta alla Renga e quello al centro è AMIANTO… Buon Natale!

PS: per chi sta aspettando il nostro solito gadget natalizio… quest’anno abbiamo voluto stupirvi con effetti speciali! Riceverete in dono da noi medesimi nientepopodimeno che: UN ABBRACCIO!

Chiedete e vi sarà dato!

NON TUTTE LE CIAMBELLE RIESCONO COL BUCO

Con la solita scusa che mi sentivo i dolorini alle ossa e che probabilmente mi stava salendo la febbre, riuscii ad evitare il tradizionale giro per negozi natalizio. Mia sorella erano almeno 6 mesi che non parlava d'altro: per lei il natale era la festa in cui tutti erano più buoni e ben facili da convincere a comprargli un game boy nuovo. Piagniucolava, mi tirava per la manica del pigiama e mi diceva “dai ti prego, andiamo a comprare i regaliiiii”.

Mi dispiaceva darle dispiacere, ma i luoghi dello shopping avrebbero tirato fuori il mio lato oscuro e non volevo che lei lo vedesse e ne rimanesse shockata... o peggio ancora ammirata.

“Mi spiace Clara, ma non posso, con il freddo che fa fuori forse è meglio se me ne sto al calduccio” lei mi lasciò di scatto e seccamente mi disse “stupido!”. Era sinceramente dispiaciuta che non andassi anche io, ma gli sarebbe passato tutto appena avrebbe visto le vetrine dei negozi piene di cianfrusaglie e luccicanti giocattoli. Mia madre mi guardò storto e con voce rassegnata mi disse “mi raccomando, ogni tanto metti un pezzo di legna al fuoco...” “sì sì mà, non ti preoccupare...”

Appena se ne furono andati entrai in camera e presi la scatola nera da sotto il letto, quella che badavo bene a tener sempre chiusa a chiave. Non potevo aprirla spesso, perché c'era sempre qualcuno a casa, e per godermi appieno quel raro momento, mi accessi un sigaro. La scatola era piena di ricordini delle mie scorribande notturne. Rimasi lì ad ammirarli e tra una boccata e l'altra di sigaro li tirai fuori. Me li rigiravo tra le mani, li annusavo ed era come se rivivessi uno ad uno quei momenti. La lingua di Alex era ormai un pomodorino secco, ma odorava ancora di orrore e non resistetti alla tentazione di mettermela in bocca. Mi guardai allo specchio e mi venne in mente la famosa foto di Einstein che fa la linguaccia. Mi venne da ridere e finì che ingoiai quella maledetta lingua. Corsi in cucina e me la feci scendere meglio con un bel bicchiere di latte intero. Poi dalla scatola estrassi il più bello dei miei trofei: un bitorzoluto dito medio. Era il bitorzoluto dito medio di Babbo Natale ed era il dito cui era solito grattarsi il buco del culo. Quel lurido porco cacava e non si puliva mai bene e il culo oltre che prudergli doveva puzzargli da schifo. Penserete che uno come babbo natale, uno che fa “oh oh” ai bambini, che la notte di natale porta regali a destra e a manca, non si meriti di finire impalato e amputato a più parti... ma uno che impacchetta i regali di natale con le mani che gli puzzano di merda, cari miei, una fine atroce se la merita eccome!

Sentii la macchina dei miei avvicinarsi al viale, richiusi in tutta fretta i miei cimeli dentro la scatola ed aprii la finestra per far uscire la puzza di fumo.

Clara mi venne incontro tutta raggiante, la presi in braccio e lei tutta eccitata mi mostrò il suo nuovo game boy rosso fiammante. “Che bello!” gli dissi, poi lei che per l'eccitazione ancora non diceva un parola estrasse una foto dalla tasca del cappottino. Mi disse “guarda guarda, mi sono fatta una foto con babbo natale”. Non potei fare a meno di ridere, perché sapevo bene che babbo natale era morto... ma non riuscii a contenermi e la risata mi venne fragorosa e cattiva come quella di una strega. Clara ne rimase turbata e mi fissò spaventata. “oh, non è niente piccolina...” e gli accarezzai la testa. Si rasserenò e mi porse la foto. Era la classica, merdosa foto con babbo natale. Sullo sfondo un albero gigantesco e addobbato come solo i gran cafoni fanno, il solito, sorridente clone sfigato di babbo natale seduto su una sedia e la mia dolce Clara seduta sulle sue ginocchia che mostra il pacco regalo alla camera.

Una foto del cazzo, ma a lei dissi “che bella!”

Mamma me ne stava dicendo di tutti colori “brutto rincoglionito, t'avevo detto di mettere qualche pezzo di legna al fuoco... e poi sta puzza? Che hai fumato?...” poi rivolta a mio padre “questo il capodanno se lo fa a casa, altroché...” Io ridevo sotto i baffi, loro neanche immaginavano quanto poco efficaci fossero i loro divieti. Clara si riprese la sua foto ed iniziò a fissarla tristemente. Al che gli feci “che c'è piccolina?” e lei con gli occhi gonfi di lacrime: “babbo natale c'ha la bua!” “che bua piccolina, gli faceva male la schiena forse?” lei fece di no con la testa e mi disse “guarda, guarda qui, alla mano...” e mi porse di nuovo la foto. Guardai la mano e a quel bastardo di un clone mancava il dito medio destro. Lo stesso che avevo amputato a babbo natale. Come poteva essere? Io non credo alle coincidenze e quindi c'era una sola spiegazione: il lurido panzone non era morto!!!

La rabbia mi invase. Come poteva essere sopravvissuto? E come poteva ancora sorridere dopo quello che gli avevo fatto?

Il mio fisico non tenne la botta, mi sentii male e vomitai il pranzo sul miglior tappeto della sala.

Il gatto prese a giocare con la lingua di Alex mentre il cane si leccava i pezzettoni di carne semi-digerita.

In the Nino

LA STRADA ERA IN DISCESA

La strada era in discesa! Nessuna buca (l’ultimo primo cittadino aveva deciso di rifare ex-novo

tutto il manto stradale del “fantastico” paesello! I soldi dove li aveva presi??? Ma quali soldi?

Il paesello era fantastico quindi niente soldi, tutto era gratis! Nessun deficit, nessun profit!!!

Insomma…fantastico!) Tornando alla strada…il mitico signor in rosso, aveva iniziato il suo lungo viaggio! Anche se le strade erano in discesa, di inconvenienti ce ne furono molti! Partito all’alba per la prima consegna (il fuso orario c’è anche per lui), le sue lucidissime compagne di viaggio, pacchi, pacchetti e anche pacchitti, fiocchi, leccornie di tutti i generi…a fargli compagnia anche la grande mole di vodka che ancora viaggiava nelle sue intasatissime vene! La sbornia della sera prima era stata talmente potente che i postumi erano pesanti da caricare sulla slitta. Al posto degli stivali, indossò delle orrende pantofole di peluche a forma di winnie the pooh! Mamma mia che immagine orrenda! Tornando al viaggio! Le prime soste furono comiche: per entrare nella prima villetta, spaventato dall’enorme alano nero dalle orecchie dritte, suonò al campanello, con i fili scoperti, quindi non prese la 220 ma poco ci mancò, chiedendo il permesso di entrare ad un tenerissimo bimbo che aspettava ansioso l’arrivo dell’omaccione dalla barba bianca! Come distruggere i miti dell’infanzia!? Ecco…lui ci riuscì alla grande! Alla fine…stanco dei mille giri, delle stramoderne case sprovviste di comignoli il cui unico punto d’accesso era il tubo di scappamento delle stufe a pellets…arrivò nel fantastico paesino, simile a quello di partenza! Qui…tanti insoliti personaggi. Una birra offerta, un bicchiere di vino offerto, un caffè corretto e poi…pronto per le consegne! Ma il signor tenerone non sapeva a cosa andava incontro! La strada era buia (l’ultima bolletta del’enel pagata risaliva a due anni e mezzo prima), il ghiaccio per strada, i marciapiedi talmente nuovi da non poterci camminare sopra (le pietre erano state troppo lisciate?)

e fu così che il babbo di tutti decise di rubare un motorino!!! Noooooooooooooo!!!!!!!!!!!

Nn lo dovevi fare! Il pieno di miscela c’era! Ma…l’olio al motore???

No no no no…!!! Una nube di fumo rese l’insolito personaggio una figura misteriosa!

Le vecchine con i bigodini in testa si scorsero dalle finestre, tutto questo, mentre il califfo andava in fiamme, le mucche scendevano a valle(???) e…i teppistelli del paese si armavano di bastoni e manganelli! (Ma in tutto ciò le renne, che fine hanno fatto???) I soggettoni del paese sguinzagliavano le amiche dell’uomo barbuto facendo la gara sulla statale e…puff…con un balzo dall’altra parte della piccolissima metropoli…Babbo Natale ne prendeva veramente tante!

Ma era talmente forte che ne uscì indenne! Solo qualche pezzo di barba in meno, gli occhiali storti e…il pantalone “calato”! Si incamminò senza una meta! La nebbia si era “fatta fitta” e il cammino era difficile. Tanto difficile da non rendere visibile un incrocio! E fu così…mentre il primo classificato esultava… Il carissimo e amatissimo Babbo Natale venne spiaccicato al suolo. Atterrato dalla prima renna, falciato dalla seconda e…steso definitivamente da tutte le altre!!!

Ma nessuno si accorse di niente, perché i festeggiamenti per la gare presero vita, i bambini si dimenticarono completamente di Babbo Natale e…tutti scesero in piazza a festeggiare con litri e litri di vino!!! Caro Babbo Natale…per quest’anno, forse ti conveniva restare a casa!

LOSCO NATAL

lunedì, dicembre 22, 2008

È NATALE… NON CI SI NOIA PIÙ!

C’è una creatura che si aggira da un po’ tra le lande desolate dei nostri territori… È Il Traba: una creatura difficile da individuare e da scovare ma che nel periodo delle feste natalizie farà capolino a Tagliacozzo per la terza volta portando caos artistico e scompiglio culturale…
Per omaggiare la sua presenza un gruppo di giovani volenterosi, riunitisi nell’associazione culturale "NUOVO ELEMENTO", e in collaborazione con il Tagliacozzo Film Festival e La Rete, hanno deciso di dedicare a tutti noi un magnifico Festival, che torna a Tagliacozzo, dal 22 dicembre al 3 gennaio con un programma multiforme, eterogeneo e di assoluta validità!
Il Trabafest inizia oggi con l’inaugurazione dello spazio espositivo presso il Palazzo Ducale e proseguirà fino al nuovo anno tra musica, reading (tra gli altri il nostro Giuseppe Bisegna), spettacoli teatrali, un workshop per filmaker e performance varie, tutto rigorosamente ad ingresso gratuito!
Qui trovate il programma completo; noi come al solito vi aspettiamo lì!



martedì, dicembre 09, 2008

LA RETE SBARCA A CAPISTRELLO

Kaputtisti di tutto il mondo, è con vero sincero ed enorme piacere che invitiamo tutti voi a partecipare sabato 13dicembre2008 alla nuova serata-evento de "LA RETE", il gruppo che riunisce le diverse realtà associative presenti sul territorio marsicano e abruzzese tra cui, naturalmente, anche la nostra Arzibanda. L'appuntamento è al Bar Ago di piazza del Municipio a Capistrello per le 21.00. Chi ha avuto la fortuna di partecipare alla prima serata di Celano sa già a cosa va incontro… per gli altri giusto qualche anticipazione: buona musica suonata rigorosamente da gruppi e artisti locali, clima che più conviviale non si può e cibi e bevande a prezzi per così dire ridicoli... Noi saremo tutti lì, voi è il caso che partecipiate in massa, soprattutto stavolta che giochiamo in casa!

Ps. Naturalmente per sabato edizione speciale della nostra fanzine; se avete da mandarci materiale non avete che da farlo ;-)

www.lareteabruzzo.net
www.myspace.com/lareteabruzzo

martedì, novembre 11, 2008

Tubi catodici…

Qui e qui potete vedere le puntate di "Calcio Fans e non solo" dove sono intervenuti rispettivamente IL DOTTOR SINDACO Alberto Scatena e L'EX DOTTOR SINDACO Paolo De Meis. Buona visione... e va be'… pure buone risate.

giovedì, novembre 06, 2008

E mentre l'America festeggia Obama a Cese tornano ad aprirsi le cantine!

Sabato 15 novembre a noi ci trovate tutti lì… tanto buon cibo, naturalmente vino a catinelle e, soprattutto, l'immancabile Cantina di Buccio!

domenica, ottobre 26, 2008

i motivi reali (ma soprattutto seri) della caduta del dottor sindaco

Il Dottor Sindaco durante la conferenza stampa indetta per spiegare le motivazioni della caduta del suo governo, ha dichiarato di aver sempre preferito rapportarsi con la popolazione, (secondo lui l’unica a cui spettava il giudizio sul suo operato), e di non essersi mai preoccupato troppo delle dure critiche che venivano dai suoi “alleati” o dall’opposizione. Nonostante il poco tempo a disposizione per questa uscita straordinaria, la nostra redazione ha pensato bene allora di chiedere direttamente alla popolazione cosa pensasse dell’esperienza della giunta Scatena. Una domanda semplice per cercare di capire direttamente dalla “voce del popolo” quale è stato la vera motivazione della Caduta… Le risposte sono qui elencate:

-Perché c’hanno fatto la cianghetta!-

-Ma perché chi era glio sindaco? I ero remasto ancora a Paolo De Meis!!!-

-È tutta colpa della rampa del bar di Tony!-

-Perché la Fiorentina ha perso 3-0 in champions!-

-Perché s’era rotto il c***o!-

-Ma perché… ha cascato?-

-Buh Buh!-

-Perché era n’incapace e non sapea gestire un c***o!-

-Perché era parente a troppa gente!!!-

-Etelo a chiede a Tollis!!!-

-Perché è stato troppo pragmatico!!!-

-Perché era troppo stressato… insomma o fa jo medeco o fa jo sindaco-

CHE BELLO, DUE AMICI UNA CHITARRA E UNO SPINELLO

Ogni volta che mi capita di passare per Trastevere, in via della Scala, non posso non pensare a Stefano Rosso. Erano gli anni della scuola media che ho avuto la fortuna di frequentare in un istituto situato al Portico d’Ottavia. Il doposcuola lo trascorrevo con i miei compagni tra i vicoli di Trastevere, il quartiere Regola e il colle Aventino. L’inferriata di Santa Maria in Trastevere spesso fungeva da una delle due porte dell’improvvisato campo da calcio sul quale si svolgevano memorabili sfide tra noi ragazzini. Via della Scala era là e lungo quella strada scorreva un fiume di gente. L’atmosfera di quegli anni, per quanto funestati dalla violenza politica e dalla criminalità diffusa di una Roma che stava cambiando, in quei vicoli carichi di storia, sembrava sospesa tra la tradizione popolare romana, ancora viva, con i tanti i panni stesi alle finestre e le botteghe degli artigiani chiassosi e indaffarati, e la gioventù dei freakettoni seduti sui gradini della fontana posta al centro della piazza. Con le loro chitarre e le folte chiome, erano accomunati da un forte senso di amicizia e partecipazione. Stefano Rosso con la sua canzone Letto 26 fotografava la giusta sintesi di quella dimensione. Nella più famosa Storia disonesta c’èra poi l’ironia e la scanzonata audacia di citare in una canzone lo spinello, scandalo per quei tempi ancora condizionati da una subdola censura perbenista. Lui non si curò molto di far ricorso a vaghe allusioni o ipocriti sinonimi pur di rompere gli schemi di una società ancora imbavagliata da moralismi cattolici e il codice Rocco. Il tutto contribuì in breve tempo a rendere Stefano Rosso un menestrello autentico che con la sua allegoria lo relegava, a mio avviso, tra i migliori testimoni culturali di una Roma sparita, la stessa Roma che fu di Ettore Petrolini, altro “popolano del miglior lignaggio". Dissacrante, ironico e irriverente come lo fu il poeta Gioacchino Belli durante il regno temporale dei papi sulla città eterna. La erre moscia e il tono colloquiale rendevano gradevole l’ascolto delle sue canzoni, differente dai toni grevi e cupi di un certo cantautorato settario che all’epoca furoreggiava. I testi, spesso autobiografici, conciliavano con la sua musica semplice ma efficace ispirata alla canzone popolare romanesca e intrisa di virtuosismi del country e del folk americano, spesso con arpeggi in finger picking, molto elaborati e mai banali.

Da ricordare anche le sue canzoni più impegnate come Odio chi, censurata ed epurata di alcune frasi ritenute poco “opportune” dagli autori di una trasmissione televisiva della Rai poco prima di andare in onda, vero atto d’accusa verso l’ipocrisia e l’opportunismo di certi italiani, poi ancora Bologna ’77, dedicata a Giorgiana Masi, ragazza uccisa a Roma durante una manifestazione.

La sua storia musicale ha conosciuto poi alterne fortune fino all’oblio sancito, ingiustamente, più dall’industria discografica che non dal pubblico. La notizia della sua scomparsa, oltre a procurare in me una velata tristezza, mi ha indotto ad una riflessione amara circa la deriva che ha conosciuto la generazione di quegli anni, ormai sopraffatta dalle orde nazi-fasciste degli stadi di calcio e culturalmente offuscata da un certo revisionismo storico di tipo autoritario che sembra aver contaminato larghe fasce di giovani.

Barabba

La farsa e’ finita (per ora)

Le indiscrezioni si erano fatte sempre più insistenti e la notizia era ormai nell’aria da qualche tempo. Poi, giovedì, è arrivato il fatidico giorno della resa dei conti. Il risultato dell’ultimo consiglio comunale, ormai noto a tutti, ha portato alla definitiva caduta del Signor Dottor Sindaco Alberto Scatena; la frattura con i suoi ex alleati era diventata ormai insanabile e dopo due anni e mezzo di continui litigi e incomprensioni la maggioranza uscita vincitrice dalle elezioni era ormai diventata solo una piccola roccaforte difesa da pochi uomini rimasti fedele al “Condottiero”. Non sono bastati per difendersi e ripartire e ora, a causa di questo “disastro” il paese passerà in mano a un “commissario cattivo” fino alle prossime elezioni. Ora sarebbe il momento di assumersi ognuno le proprie responsabilità, ma il solito scaricabarile è già iniziato e le colpe, come al solito, vengono attribuite da ognuno agli altri. Il fatto politico intanto resta: esce sconfitto un modo di fare politica come solo nei paesi come il nostro trova ancora tanto spazio: liste studiate ad hoc per racimolare più voti possibili grazie alle ampie parentele, piuttosto che ai favori e ai posti di lavoro promessi, che all’interno accomunano vecchi marpioni della politica mai pronti a cedere il passo alle nuove generazioni e a chi cerca di lavorare in modo differente dal proprio. Tutto qui, perché di nuovo, e questo lo possiamo affermare con assoluta tranquillità, non si è visto niente. È vero, il comune versava in uno stato di forte debito, ma questo, ci dispiace, non poteva essere un alibi all’infinito… Non un progetto, non una nuova idea, non un cambiamento nel modo di gestire la cosa pubblica. Abbiamo avuto i marciapiedi nuovi e tutti sembravano contenti, ma il paese intanto continuava a vivere di un’apatia e di un senso di insoddisfazione totale…

Ora sembrano ci aspettino mesi duri con il “commissario cattivo”, ma non vi preoccupate cari lettori, fra un po’ sarà di nuovo campagna elettorale e allora tutti saranno più buoni e più bravi, come a Natale, e Capistrello, nelle promesse, diventerà il paese più bellissimissimo del mondo!

PS. Noi la nostra campagna invece la cominciamo da ora, e prima di tutti. Alle prossime elezioni votate IL LOSCO!

PLAYLIST DI OTTOBRE (ovvero dialogo di un amore finito)

Lui: Con una rosa hai detto vienimi a cercare

tutta la sera io resterò da sola

ed io per te, muoio per te
con una rosa sono venuto a te

Lei: Anche tu così presente
così solo nella mia mente
tu che sempre mi amerai
tu che giuri e giuro anch'io
anche tu amore mio
così certo e così bello.
Anche tu diventerai
come un vecchio ritornello
che nessuno canta più
come un vecchio ritornello

Che nessuno canta più.

Lui: Mi spiace se ho peccato,
mi spiace se ho sbagliato.
Se non ci sono stato,
se non sono tornato.

Ma ancora proteggi la grazia del mio cuore,
adesso e per quando tornerà il tempo...

Lei: in questo inverno colore
caffè nero bollente
ammazzo il tempo così
ma scapperò via di qui
da questa casa galera
che mi fa prigioniera;

Lui: E ancora mi innamora
e mi fa sospirare così.
Adesso e per quando tornerà l'incanto.

Ma...dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l'inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te

Lei: Io non ho bisogno di te
perché io non ho bisogno di te
io non ho bisogno di te
perché io non ho bisogno
delle tue mani mi basto sola!

Lui: Scivola,
scivola vai via
non te ne andare ...................

E adesso indovina i titoli ;-)

CAMMERATA STORIES (terza parte)

Prima parte

Seconda parte


…Tony se ne andò dicendo che sarebbe corso diretto da mamma a dirgli che stavo guardando dei giornaletti porno all’asilo. Cosa che avrebbe sicuramente scosso non solo mamma, ma anche l’intero vicinato, che mi vedeva come un innocente e dolce angioletto biondo. Le conseguenze sarebbero state tremende, tutti mi avrebbero visto per il mostro peccatore che ero per davvero, uno zozzone che fa e guarda cose sconce e soprattutto: mamma, papà, zio e tutti quelli che regolarmente finanziavano le mie maratone video ludiche al bar, avrebbero smesso di darmi monetine…

Lo dissi a Cristian “devo andare, devo impedire che lo dica a mia madre, sai che dramma sarebbe?! Niente più partite al bar!!!”

“ma non ti preoccupare, t’ho detto che non glielo dirà mai. Lo fa così per prendersi gioco di te...”

“e vabbò, e se invece glielo va a dire per davvero? E comunque già lo starà dicendo a tutti quanti”

“beh in tal caso nessuno potrà più dire che sei ricchione”

sbarrai gli occhi “ ma perché qualcuno lo dice?!”

“no no, è che sto caschetto biondo…” e si mise a ridere di gusto...

“perché cos’ha che non va il mio caschetto biondo?” gli chiesi più stupito che offeso.

“no no niente…” e riprese quella sua grassa risata e si mise anche a schernirmi indicando il mio caschetto biondo…

Mi feci paonazzo per la rabbia e gli urlai in faccia “Stronzo, che ha che non va il mio caschetto?!”

“ma dai, non ti offendere, è che mi sembri un poco Nino D’angelo…”

“embè” gli feci io “ quello si rimorchia certe sventolone nei suoi film”

“sì sì, ma nella finzione Nello Nì… in quei suoi filmetti da quattro soldi. Nella vita reale secondo me manco se paga gliela danno”

“…gli danno che?”

Cristian scosse la testa come a dire “questo è proprio scemo!”

“vabbo Crì , non mi importa niente del caschetto… né tantomeno di Nino D’Angelo… io esco che devo assicurarmi che sia tutto ok! Che Tony non sia già andato a casa”

Cristian annuì e mi disse “oh ricordati che anche tu sai qualcosa su tony... e seriamente: tagliati sto caschetto”

Riscavalcai il cancelletto, e stavolta per fortuna non mi strappai nulla. (to be continued)

In the Nino

Prima parte

Seconda parte



GIORNALISTI IN ERBA

Riportiamo qui sotto il primo articolo battuto sulla tastiera dal piccolo aspirante giornalista Michael Salustri… (Va bene lo ammettiamo… lo ha raccomandato lo zio “direttore”)

Èoopk olkjnht ggggg gfvv bvvbbbvvvvvvvvvvvvvvvvxx

Pp,-u jubhjbyn rdes 7uo kklkm

LA VIGNETTA

venerdì, ottobre 24, 2008

QUANDO FINISCE UNA STORIA…

Al Comune di Capistrello, la maggioranza di Alberto Scatena è stata battuta con 8 voti contrari, rispetto ai 7 a favore e 2 astenuti, in sede di approvazione del bilancio consuntivo. La mancata approvazione dell’importante documento, ha determinato la caduta della giunta e il commissariamento. Prevista per oggi una conferenza stampa che prenderà in esame l’aspetto politico dei fatti e illustrerà la situazione patrimoniale attuale del Comune.

Tratto da www.marsicanews.it

mercoledì, agosto 27, 2008

IL PEGGIOR CIECO è COLUI CHE NON VUOL VEDERE

Dopo anni trascorsi tra alti e bassi, su e giù per un paese chiamato Italia, lontano, molto lontano da quelle che sono le mie origini, torno nella terra di mezzo, vergognandomi di non sentirmi parte del posto dove sono nato e cresciuto. Io che ho sempre odiato e cercato di abbandonare il mio paese, la mia casa, Capistrello.
In cerca di un qualcosa di positivo in questo luogo mi appendo all’unica cosa che mi permetta di riscoprire cultura, radici e concetto di comunità: L’ARZIBANDA.
Un gran festival popolare, forse l’unica risposta al continuo malessere che imperversa tra i giovani.
Ecco riscoprire persone che sono state etichettate negli anni, vecchi e giovani che ancora credono di poter vivere in un posto migliore, che cercano risposta a quello che è la condizione dell’essere umano nella società di oggi, che cercano soltanto di vivere e far vivere, che credono ancora nell’amicizia e nel rispetto.
Sì, ho trovato quello che speravo di trovare, c’è ancora gente così a Capistrello e ne sono fiero.
Ancora adesso le uniche parole che posso dir loro sono “Grazie di cuore e continuate così”.
Bene, come ogni cosa che si rispetti, ci sono lati positivi e negativi, cose belle e cose brutte. E dopo aver parlato delle cose belle arriva anche il momento di parlare di quelle povere e, oserei dire, squallide di questo posto.
Qui molte persone sono cieche che camminano e che non vedono mai oltre il proprio naso.
Le uniche parole che ho sentito dire dagli abitanti sono state quelle di “e però tutti a fare le canne”, “si poteva mettere la polizia a mandare via quei tossici”, come se non fossero i loro figli oppure la società che qualcuno di loro ci ha consegnato, come se queste cose accadessero solo in questo piccolo borgo, in quei giorni di festa, soltanto in quei 4 metri quadrati occupati da un palco.
Nessuno di questi “cittadini” se così si possono ancora chiamare, che mi avesse detto bravi, grandi, fate crescere un poco di gramigna sul “porfido ottocentesco” del centro storico, nulla, le belle parole sono state lasciate soltanto alle persone che venivano da lontano alla ricerca di un messaggio di speranza, cittadini di altri paesi, di altre nazioni, di altri mondi, che con le loro parole tengono acceso quel barlume di speranza che ti fa andare avanti.
Ecco allora che ho deciso di raccogliere delle testimonianze proprio da loro, persone disinibite e libere ma soprattutto che hanno curato la loro miopia e sono tornate a vedere per non essere più CIECHI.
Un messaggio da Tagliacozzo (AQ): Cito orali parole: “Un semplice messaggio dall’ultimo dei cittadini, rivolgendomi all’amministrazione comunale di Capistrello passata e presente, li definisco MAESTRI DEL NULLA, VOI AVETE LA CAPACITA’ DI RIMANERE INERMI, VISTO CHE LE CRITICHE NON VI SMUOVONO, QUESTI VOI SIETE. E’ PIU’ FACILE CHE UN CAMMELLO ENTRI IN UNA CRUMA D’AGO CHE L’AMMINISTRAZIONE DI CAPISTRELLO SI ASSOCI E PROMUOVA L’ARZIBANDA”. Giorgio il lupo solitario.
Una domanda da una ragazza di Avezzano, di Firenze e di Roma: Cito orali parole: “Come mai quest’anno oltre la musica, l’ottimo cibo, il teatro, la cultura, l’arte, etc... non c’erano cantine ed esposizioni lungo il centro storico?”.
Cosa rispondereste voi altri?...siamo in una comunità a maggioranza cattolica, dove ognuno dovrebbe aiutare l’altro, o quantomeno apprezzare ed incitare l’altro a fare di meglio, NO non funziona così qua, in questo posto ci sono maestri dell’invidia che invece di contribuire al miglioramento, fanno la guerra. Ne potrei trascrivere a migliaia di testimonianze ma bastano queste e nonostante tutto dico a tutto il mondo ancora una volta che sono fiero di essere nato a “Capistrello” e che indosso un bel paio di occhiali, anzi 4 per l’esattezza.
Il vostro MP

SALUTI DA CAPISTRELLO


Capistrello è un paesino di circa 5500 abitanti situato all’inizio della Valle Roveto, quasi ai confini dell'Abruzzo. L'origine del nome Capistrello si fa risalire a "Caput Castrorum" ovvero "il più grande degli accampamenti", per l'esistenza di un grande castello; secondo altri deriva da "Caput Pistrinorum" (Centro dei Mulini), con riferimento ai numerosi mulini che sorgevano sul corso del fiume Liri. Secondo altre fonti, molto più autorevoli il nome deriverebbe da “Caput Cazzarum” per via delle balle che gli amministratori hanno raccontato nei secoli.
Il nome Capistrello appare per la prima volta nella Divina Commedia, quando Dante in viaggio per l’italia, imbattendosi in questo curioso paese scrisse:”Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”.
Tra le bellezze artistiche del luogo, ricordiamo con affetto ed orgoglio: “l’Anfiteatro Honoris Castrorum” situato nella piccola frazione di Corcumello. Edificato nel 474 d.C. e più volte distrutto dai terremoti e saccheggi, i suoi resti sono stati dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Di Bellezza se vogliamo superiore, l’antico eremo ristrutturato nei pressi dell’altopiano della renga oggi riadattato ad “Ostello della Gioventù”, una costruzione di rara bellezza e di fondamentale importanza per tutti coloro che trovandosi in difficoltà ad alta quota hanno tratto giovamento da questa mirabolante opera. Altra opera grandiosa è il Bocciodromo Internazionale dove ogni anno vengono tenuti i campionati mondiali di bocce, voluto fortemente dai giovani per via della passione storica che li unisce, è l’unica struttura del centro sud in grado di ospitare uomini, girini e pinguini di Adelia in maniera composta ed ordinata. Ultima ma non per importanza, la Piscina Olimpionica, progettata dai romani nel 62 d.C. è stata ristrutturata ad inizio 900 e usata dalle nazionali di pallanuoto fino agli anni della seconda guerra quando dopo un bombardamento non ne è rimasto che lo scheletro, da allora la Presidenza della Repubblica ne ha fatto il simbolo della resistenza in Abruzzo. Queste le opere principali, ma non vanno tralasciati i depuratori ormai dismessi, il magnifico stadio in erba sintetica, erba medica e canapa indiana dove la nostra società calcistica si è rifiutata di giocare per non rovinare cotanta bellezza, i campi da calcetto coperti e scoperti a ridosso del bocciodromo, le decorazioni lungo i piani palentini e la sostituzione da parte di amministratori attentissimi di pietre antiche con porfido o cemento. Da visitare il centro storico che sindaci ed assessori hanno saputo valorizzare negli anni con piani regolatori studiati e supervisione eccellente. Menzione a parte, merita la grandiosa biblioteca comunale, capace di contenere 6 miliardi di volumi ed in continuo aggiornamento, voluta da tutti, è il fiore all’occhiello di un paese dove la cultura tracima, trasborda, si sente, si percepisce. Lo si capisce anche dai grandiosi eventi organizzati dagli amministratori come le selezioni di Miss Italia, un festival dedicato ai culi ben formati delle giovani ninfette che seminude e mezze infreddolite, mostrano le loro grazie ad un pubblico attento e consapevole che ascolta con seriosa attenzione il presentatore che discreto e misurato ringrazia per la realizzazione di un evento così importante, così necessario per il paese. Quest’anno è stato presentato in anteprima il festival del cinema invisibile, con proiezione di film mai realizzati che ha tenuto impegnati i cittadini ogni sera in piazza a chiedersi che cavolo ci facevano lì. Il popolo capistrellano è un popolo fiero, la lealtà, il rispetto del prossimo e la correttezza sono i pregi maggiori degli abitanti del paese che lavorano in sintonia per migliorarsi e migliorare sempre più, in special modo un grazie va ai molti genitori che educano i figli con telefonini a 6 anni, playstation 6, 26 ore al giorno e nei ritagli letture di Orwell Big Brother ed altri romanzi di isole e di troni.
Venite a Capistrello, un paese che ha futuro ;)
fajoint

SCIARPELLUNI

Continua la nostra rubrica “sciarpelluni”, per provare a raccontarvi le storie come si faceva una volta attorno al camino. Se volete aiutarci, andate a farvele raccontare anche voi alle vostre vecchie nonne. Lo spazio per loro ci sarà sempre.

Me te recordo da quande iri piro
Mario tenea na bella terra mbalontino, e ci facea cresce na freca e cose: pumadore, cuculi, patane… Ci tenea pure du alberi e mela e uno de pera. Quisto e pera però nci facea i frutti. Allà no jiorno che jo preto ea cerchenne n’albero pe ci fa na croce mario ci icieste: “Tè zi prè, pijate sto piro, che tanto non me fa frutti”. Coscì jo preto se jo pijeste e ci faceste sta croce ppe la chiesa. Mario era na freca Cristiano e tutte le domeniche se nne ea alla messa, e ogni ota se fermea a pregà n’anzi a quela croce. “Gesù Cristo mì, pe favore, ci sta figliemo che sta sempre mbriaco, vidi se po fa checcosa…” Ma quante reeste alla casa jo figlio stea mbriaco fracio. “Gesù Cristo mì ci sta j’aseno che me ssà nfiacchito, non jo potarristi fa guarì che sennà po è no guaio pe i a fa le lena...” ma quande reeste alla casa j’aseno s’era già morto…
“Gesù Cristo mì mbalontino è tutto sicco, non me cresce niente, non potarristi fa piove, pure no paro e orette…” ma non pioveste e se cci seccheste tutto quanto…
Allà mario se nne reeste nfaccia alla croce e pure no poco ncazzato ci iceste “eh Gesù Cristo mì, i a ti me tte recordo da quande iri piro!”

Lampame ncuio
Genoeffa se stea pe i a ficcà ajo letto che jo jiorno appresso se doea reveglià pe i a lavorà a fucino, sicchè jo patro la chiameste “ Genoèèè va po a porta sta damigiana e vino ajo comparo.” Allà la pora Genoeffa se doveste revestì e doveste escì co sta damigiana ncapo. Su che era scuro e nse vedea niente, e ppo era pure piovuto. Genoeffa sperea de nno nciampasse, icea “non potariia lampà coscì vedo a ddo stenco a mette i peti”. La via la pure conoscea che se lla facea tutti i jorni ma era scuro e stea mbusso, sicchè comm’era prevedibbile feneste a zampi pell’aria…
e prorpio n’attimo dopo che sse zompeste, comme a volella pijà ppe culo lampeste… alla Genoeffa che de solito non usea brutte parole se reoteste pe llaria e iceste tutta ncazzata “mo lampame ncuio…”

CORRI FRANCIS

Corri Francis, corri, attento a non scivolare, i sampietrini sono squallidi nemici appena ha smesso di piovere, corri Francis, corri, la corsa notturna non ci aspetterà.
Enzo è rimasto abbarbicato alla fiasca di vino e di venir con noi non ne ha voluto sapere.
Aveva i piatti da lavare, gran bravo ragazzo, offre spesso la cena, e che cena!
Corri, la paura è velata dietro la corsa di un autobus notturno, potrebbe scivolare sull’asfalto sudicio e umido e travolgerci spiaccicandoci contro le macchine in sosta, ehi Francis, tu porti le Clark e sei tranquillo, non ti sentiranno, invece guarda me e guarda quell’ombra laggiù, si avvicina.
Guarda come mi guarda minacciosa, ha tutta l’aria di essere un arconte potente, mi porterà con sé nei cerchi superiori. Accidenti non dobbiamo farci prendere, vero? Perché se prende me a te non lascerà libero Francis!
Dai spegni quella sigaretta, altrimenti ti taglia il fiato, c’è ancora una buona salita, fortuna ha smesso di piovere, la notte è il setaccio del giorno, la notte raccoglie tutti i silenzi e se gridiamo non ci sentirà nessuno Francis.
Se gridiamo di paura, ma se casomai urliamo di scemenza allora punteranno un dito e arriveranno gli sbirri, attento, la gente punta sempre i diti, gli riesce molto bene Francis.
Uno straccio capovolto, fradicio di quell’acqua che puzza di asfalto e foglie morte, ne è caduta a quintali oggi, ma lo straccio, oddio! è un morto Francis, non è paura, è un morto, lasciami la giacca, ho faticato per trovarla, si mi calmo è uno straccio, ma l’ombra di prima ora è salita sulla macchina grigia, non si sale in macchina dal lato passeggero se hai spazio al lato guida, lo vedi? sta rubando qualcosa o peggio farà saltare in aria la macchina, abbiamo dimenticato lo straccio!
Dai che la corsa è puntuale, è la seconda della sera, mai più da Enzo, beve troppo, e ti coinvolge coi suoi discorsi sulla rivoluzione!
L’ autobus è vuoto, un universo primigenio che sa di creolina e plastica, in movimento veloce ed incosciente, sfreccia troppo vicino alle macchine sostate o l’autiste è ubriaco o è un demiurgo, fa paura, ci schiantiamo se non la smette.
Corre troppo, però fa ridere.
Il motore è rabbioso ai semafori, dici che ci farà scendere Francis?
Risi come un cinico quando urtò l’ignara macchina a bordo marciapiede, pensa alla faccia del padrone domattina ah! ah! ah! gli guasta la giornata, ben gli sta.
Ma l’autista tira dritto è un folle non ci sono dubbi!
Chiamalo Francis, fallo fermare sotto casa, tu hai le chiavi, non della vita, di casa, chiavi della vita non ne voglio, ora mi interessa rientrare a casa.
Se non c’è un sinonimo allora che ti incazzi a fare? Sei tu che ti fermi, dai che nell’ascensore c’è Freddie Mercury, perché ha quella faccia seria? Ma no, dai che alla fine non regge e ride, fa il severo ma in fondo ride.
E non raccontargli balle, io non suono, non so suonare!
Chiudi la porta, io non ho le chiavi, comunque è raffinato, io dormo, ho sonno Francis, buonanotte!
Giuseppe Bisegna

NEI SOGNI MI AGITO

Non ho mai approfondito troppi temi, ho sempre aspettato il momento in cui la verità mi si palesasse avanti, con forme ogni volta diverse, immagini ogni volta più visionarie. Andargli incontro per me voleva dire adeguarsi al resto delle persone che amano considerare il grande mistero religioso come ultimo ed unico impegno improrogabile dell’uomo. Come se avessero un conto in sospeso, ed ogni tanto ricordassero al grande occhio la loro posizione e si mostrassero obbedienti e attenti. Tu non sei in grado di compiere sempre quello che vuoi, tu non sarai mai il gufo su quel ramo, ciò che è straordinario non ti compete. Si va bene non chiedo di avere poteri, forze innate, emozioni grandiose. Io vivo di sogni nei sogni mi agito, nutro i miei giorni di desideri vivo le mie ore di piaceri. E tutto questo mi è dato solo ed esclusivamente da me, nessuno oltre me può deciderlo o togliermelo. Allora continuo a non capire come sia possibile: riverenze, amore, rispetto, attenzioni, invocazioni, prostrazioni, devozioni. Forse sì, qualcosa deve essere pur caduto su questa terra, messo radici, tentato rivoluzioni, carico di grandi ambizioni e pieno di sogni candidi, grandiosi, utopistici. Ma definire suo padre troppo grande da essere uno di noi, sarebbe sì elogiare Maria, metterla al di sopra di tutto, ma non sarebbe allo stesso tempo anche considerare l’uomo indegno di poter essere suo padre? A me piace vederlo come un vecchio Che Guevara, intento a cambiare il mondo, volenteroso, dotato di grande carisma, lottatore instancabile, eroe caduto per i suoi sogni. Lo venererei per questo, starei ore ad ascoltare le sue storie fatte di pace, uguaglianza, passioni libere, penderei dalle sue labbra e immaginerei con lui il mondo che si auspicava di creare. Ma poi, troppo è stato detto e troppo è stato fatto. Nessuno si è mai soffermato sul perché! Con la speranza di aver stuzzicato la vostra curiosità e di ricevere il vostro parere, è qui che stasera mi fermo io.
Discostu

LIBERA NOS DOMINE

“Pechino 2008, la Cina conferma la censura sul web”. Il sole 24 ore.
“Pechino, i Giochi censurati, Le promesse mancate dei cinesi”. La repubblica.
“Pechino 2008: Cina, su internet “Decisi ad applicare la legge” - Governo e organizzatori dei giochi confermano la censura”. Agi
“Iran e Yemen: pena di morte per i blogger”. Globalvoiceonline
“Iran, pena di morte per i blogger “nemici di Dio””. Panorama
Terribile leggere queste notizie, ancor di più sapere che gente sta per essere giustiziata, per cosa? Perché come tutti noi si sentono “Liberi”. Sì, già ognuno di noi pensa di avere il diritto di poter dire quello che pensa, almeno su internet, uno dei pochi strumenti che cerca di resistere alla censura, all’attacco delle libertà individuali.
Quanti di voi conoscono TOR “Tor Onion Ruting” (www.torproject.org)?
TOR è uno strumento, un mezzo per far sentire la nostra voce anche dove non è possibile, un mezzo per evitare che occhi indiscreti osservino le nostre comunicazioni... Sì, perché il Grande Fratello esiste veramente.
TOR è un progetto di volontari che mettono a disposizione un loro computer detto “Relay” per far passare il traffico di tutto il mondo cifrandolo. Ciò significa che se noi inviamo una e-mail, oppure navighiamo per il web etc... le nostre informazioni passeranno per migliaia di questi computer sparsi in tutto il mondo e ad ogni passaggio il nostro messaggio verrà reso impossibile da riconoscere e etichettato così da non far sapere da dove arriva. Chiaro il concetto?... Uno strumento utilissimo per persone che vivono in stati dove i loro “Regimi” vietato le libertà individuali, come appunto l’Iran e la Cina ma in modo meno vistoso anche l’Italia.
“Ancora oggi non so cosa dicessero quelle due donne che cantavano, e a dire la verità non lo voglio sapere. Ci sono cose che non devono essere spiegate. Mi piace pensare che l'argomento fosse una cosa così bella da non poter essere espressa con delle semplici parole. Quelle voci si libravano nell'aria ad un'altezza che nessuno di noi aveva mai osato sognare. Era come se un uccello meraviglioso fosse volato via dalla grande gabbia in cui eravamo, facendola dissolvere nell'aria, e per un brevissimo istante tutti gli uomini di quella prigione si sentirono liberi”. Cit. film “Le ali della Libertà”.
CAPTAIN DEVIL

mercoledì, luglio 09, 2008

ARZIBANDA2008

Siete tutti, ma proprio tutti, invitati a Arzibanda 2008!


Per tutte le info del caso:
www.arzibanda.it e/o www.myspace.com/arzibanda

lunedì, maggio 19, 2008

AUGURI KAPUT

Oggi festeggiamo Kaput. La fanzine con le uscite più irregolari che si sia mai vista in giro. Una fanzine che oggi compie 7 anni e a noi quasi non ci sembra vero che sia passato tutto questo tempo. Quello che abbiamo detto e scritto in questi sette anni però, probabilmente rimarrà impresso nella testa di molti (nella nostra di sicuro) e di questo in fondo, lasciatecelo dire, siamo abbastanza orgogliosi… Siamo riusciti nel nostro piccolo a dare spazio a chiunque volesse dire la sua sui più disparati argomenti e più di una volta i nostri articoli sono serviti come momento di riflessione e di discussione… a volte, insomma, siamo sembrati quasi un giornale serio… Ma noi, in fondo in fondo, tanto seri non lo siamo mai stati, e non potete immaginare quanto ci siamo divertiti tutte le volte che in un modo o nell’altro abbiamo potuto ridere dei commenti e delle reazioni che avete avuto davanti alle nostre “lucide follie”. E siccome ci piace molto anche svariare e stupirvi ogni volta, da oggi, da questo numero, le cose le prenderemo ancora più alla leggera, giocando e ironizzando, se possibile, ancora di più. Perché noi sì, speriamo e crediamo ancora che “Una risata vi seppellirà”…

PS: Se siete arrivati a leggere fino a qua… i nostri complimenti, vi siete meritati una spina offerta da noi. Chiedetela e vi sarà data!


Ci vediamo, come al solito, nei peggior bar di Capistrello....

ANNUNCIAZIONE! ANNUNCIAZIONE!

Oggi, 17 maggio 2008,
presso il
NUOVISSIMO E MODERNISSIMO
STADIO COMUNALE DI CAPISTRELLO

Avrà luogo l’incontro di calcio tra

AMMINISTRATORI, POLITICI, DOTTI MEDICI E SAPIENTI
-
FIORENTINA

L’incontro è valevole per il Campionato del “La Sparo più grossa io”

Si ringraziano per l’organizzazione il Vi faccio vedere io come si fa propaganda Senatore Luigi Lusi, il Sindaco Pragmatico Dott. Alberto Scatena, e l’affermato giornalista Enzo Coletta,
che grazie alla sua amicizia con l’ex campione della squadra viola, Giancarlo Antognoni, ha giocato un ruolo fondamentale nei contatti con la società.

Tutti i cittadini sono invitati a partecipare.

L’intero incasso sarà devoluto in beneficenza alle casse del comune di Capistrello.

Babbo Natale è resuscitato

È con vera gioia che vi comunico che in data odierna si è verificato il miracolo a cui tutti noi speravamo: babbo natale è resuscitato. L'hanno comunicato poc'anzi tutte le testate giornalistiche del mondo, Bruno Vespa per l'occasione sta preparando una puntata speciale di “Porta a porta”, sembra che tra gli invitati alla trasmissione sarà presente anche uno dei sette nani. Domani in segno di giubilo per lo straordinario evento verranno esposte fuori dalle finestre lenzuola bianche e i campanili delle chiese suoneranno a festa per tutto il giorno. I calciatori saranno esentati dall'accoppiarsi con le veline, cosi come sarà concessa l'amnistia a tutti i detenuti che ne faranno richiesta. Torneranno i dischi in vinile a 33, 45 e 75 giri; in Italia non ci saranno più sanatorie e le discariche saranno gestite dallo stato e non più dalla camorra. Capistrello finalmente avrà un sindaco e un campo sportivo, ma per l'occasione sarà vietata la vendita di alcolici nei pressi dello stadio. Verrà istituita una commissione parlamentare speciale per verificare se Staosillano era una spia del KGB o uno di Balsorano, come riferito dal senatore Guzzanti nell'inchiesta sul caso Mitrokin. I giornalisti faranno i giornalisti e i treni saranno sempre puntuali. Lo stato si impegnerà a chiedere scusa a tutti quei cittadini che per evadere le tasse sono stati costretti a prendere la residenza a Monte Carlo. E, infine, Babbalotto e Shak prima o poi me la faranno vincere una cazzo di bolletta!!! Un abbraccio.
Barabba

La grande verità dello Staosillanesimo

Per millenni l’umanità è stata ingannata da religioni false e assurde, le quali hanno cercato di tenere nell’ombra l’unica verità divina… solo pochi grandi depositari si sono fatti portatori di questo segreto e conservandolo attraverso i secoli lo hanno condotto fino a noi… pregavamo Dio e ignoravamo l’esistenza di Staosillano e del suo Follacciano!
Ora i dogmi dell’unica grande verità sono stati rivelati a due alunni negli ultimi banchi della fila centrale mentre venivano oppressi e atrofizzati dalle morbose spiegazioni di greco…

Ecco dunque i sacri dogmi dello staosillanesimo:
Dogma assoluto: “Mangia il Follacciano de Staosillano”
I sacri comandamenti
1. Io sono Staosillano, Follacciano tuo.
2. Non avrai altro Follacciano all’infuori di me.
3. Ricordati di santificare l’ultimo Follacciano
4. Onora Staosillano e il suo Follacciano
5. Non uccidere il Follacciano de Staosillano calpestandolo
6. Non commettere atti impuri contro il Follacciano de Staosillano
7. Non rubare a Staosillano il suo Follacciano, mangialo e basta
8. Non rubare la Follacciana del Follacciano de Staosillano
9. Non desiderare la Follacciana del Follacciano de Staosillano
10. Non desiderare il Follacciano de Staosillano, mangialo e basta!
Convertiti anche tu alla grande verità… lo Staosillanesimo!

Nota Storica: Nel corso dei secoli jo Follacciano de Staosillano è riuscito a materializzarsi nelle più diverse forme e in ogni luogo. Nella vicina Celano, ad esempio, già nel X secolo aveva assunto le sembianze de “i gnocc’ de la ‘gnora Sufije”.

gli annunci di Kaput

Anche se lui continua a negarlo, dichiarando di essere “limpido e cristallino come il ghiaccio che si scioglie al sole”, è stato definitivamente scoperto che Babbalotto vende i biglietti della lotteria di S. Antonio falsi… Diffidate di lui e del suo blocchetto!

VORREI CREDERE ANCH'IO

Alcune volte vorrei credere anch’io
che è colpa delle tensioni se il prezzo del petrolio sale
Alcune volte vorrei credere anch’io
che tanto se buttano giù la foresta Amazzonica a noi fa poco danno,
guarda quanto verde che abbiamo intorno!
Alcune volte vorrei credere anch’io
che i politici di oggi fanno tanti sacrifici e che qualcuno addirittura
sente il peso del paese sulle proprie spalle.
Altre volte vorrei credere anch’io
che un prodotto di marca costa tanto perchè c’è l’impegno e la professionalità
e non si sfrutta il lavoro di nessuno, anzi gli operai sono tutti
maggiorenni, ben retribuiti
e lavorano solo otto ore al giorno!
Alcune volte vorrei credere anch’io
che l’America è una grande democrazia
e che di armi di distruzione di massa ce ne erano cosi tante, ma cosi tante
da polverizzare la Terra, Marte e Mercurio messi insieme.
Alcune volte vorrei credere anch’io
che le torri gemelle le ha distrutte Al Qaeda - se poi esiste davvero-
Altre volte vorrei credere anch’io
che il libero mercato è la soluzione migliore,
ha regole scientifiche e si regola da sé,
si ma le vite delle persone non sono fatte di funzioni matematiche!
Alcune volte vorrei credere anch’io
che Milton Friedman è stato un luminare e non un criminale.
Alcune volte vorrei credere anch’io
che i religiosi sono tutti sant’uomini.
Alcune volte vorrei credere anch’io
che il Vaticano deve avere delle banche,
beh secondo tradizione, tra i dodici era Giuda che
teneva la cassa!
Altre volte vorrei credere anch’io
che non è Natale senza il film di Natale.
Alcune volte vorrei credere anch’io
che gli islamici sono tutti terroristi,
e pure i neri, e che i romeni sono tutti farabutti.
Alcune volte vorrei credere anch’io
che la monnezza sta solo a Napoli.
Altre volte ancora vorrei credere anch’io
che Dio sta lì col dito puntato aspettando un
tuo sbaglio per castigarti.
Alcune volte vorrei credere anch’io
che ancora è presto per pensare ad auto
elettriche o ad idrogeno…minchia! sono andati sulla luna!
o almeno cosi dicono.
Alcune volte vorrei credere anch’io
che i “No-global” sono tutti vandali, terroristi e comunisti e le forze dell’ordine
tutti cavalieri perfetti senza macchia e tutti
padri di famiglia che fanno il loro mestiere,
e che alla Diaz si passava caffellatte e cornetti,
e che se otto stronzi fanno il bello e il cattivo tempo
su una palla dove ci stiamo tutti,
questo non fa girare le scatole a nessuno!
Alcune volte vorrei credere anch’io
che tutto gira intorno a te e che noi siamo
la tua banca ideale… ma vaff…

Alcune volte vorrei credere anch’io
a tante cose, forse la vita sarebbe più facile,
forse la notte prenderei sonno più facilmente
forse mi sentirei a posto, forse sarei soddisfatto dei
vantaggi della mentalità da piccolo borghese,
forse…
Giuseppe Bisegna

GENESI...

(Dal Vangelo secondo The Snatch)

In buona parte non andava presa alla lettera…

È una bella storia quella di Adamo ed Eva
Ha un forte spessore morale ma…
Chiedere a un uomo adulto di crederci…
È una bella storia non è che questo
Solo una storia…
La Religione Cattolica è basata su mala-traduzione!
Settanta sapienti devono aver mal tradotto
Parole ebraica giovane donna
Con parola greca vergine donna
Era un errore che si poteva fare facilmente
Perché c’era solo una lieve differenza di scrittura
E così hanno fatto la profezia:
“Ecco la vergine concepirà e darà alla luce un figlio”
È la parola vergine che ha catturato l’attenzione della gente
Non tutti i giorni una vergine concepisce e dà alla luce un figlio!
Lasciate fermentare la faccenda per 200 annetti
E in men che non si dica vi ritrovate Chiesa Cattolica
Dà speranza, non è importante se è verità o finzione
Alla gente piace credere.

Cammerata stories - Seconda puntata

La Prima Puntata

Fui attento a non sbudellarmi, ma uno strappo alla camicia lo rimediai comunque.
“mannaggia eva, questa non ci voleva…”
“ahahaahahh” Cristian indicava lo strappo e rideva come un isterico.
“che cazzo ti ridi?” gli feci stizzito
“…ma porca trota, è possibile che sei così imbranato?!” ribattè lui con un tono più preoccupato che canzonatorio
“dai zitto, non rompere… piuttosto che c’è di così speciale qua dentro?”
“ah sei impaziente eh?” fece con l’aria di chi la sa lunga “dai seguimi…”
Ed io lo seguii…
Scendemmo lungo il vialetto che porta all’ingresso dell’asilo e giunti lì davanti Cristian si mise a guardare dentro attraverso la vetrata.
Mi preoccupai di cosa volesse fare “aho ma mica dobbiamo entrà dentro?”
“Ma no! Scemo, sto solo controllando che non ci sia nessuno”
Così, appurato che dentro non c’era nessuno, ce ne andammo sul retro, lì dove stava un piccolo piazzale, e dove spesso giocavamo a pallone contro quelli degli altri quartieri…
“dobbiamo mica fare qualche partita con quelli delle casette?...” iniziai a piagniucolare “Cribbio, lo sai che a me non piace giocare a palloneeeee!”
“SHHHHHHHHH, abbassa la voce cazzo! Non ti preoccupare, non siamo qua per giocare a pallone, spetta un attimo e vedrai per cosa siamo venuti… devo solo capire dove li hanno spostati”
e si mise a controllare angoli , cespugli e nascondigli vari…
“mannaggia eva, li avranno portati altrove…” finché “evvai, eccoli! vieni qua, vieni a vedere…”
Corsi lì che la curiosità di sapere cosa fosse mi si stava mangiando “cos’è, cos’è, fammi vedere… fammi vedere…”
E quando vidi cos’era rimasi a bocca aperta…
“CHE ROBA È?... oddio che schiiiifo!” c’erano diverse riviste, ed in quella che stava sfogliando Cristian c’erano un gruppo di persone accartocciate tra di loro, tutti come mamma l’aveva fatti…
I maschi avevano dei piselloni enormi, gonfi e con le vene belle in vista, e con quelli sparavano una sostanza biancastra alle femmine, che l’accoglievano estasiate.
“Ma questi si fanno male! Come fanno a fare certe cose? E poi che schifo!!!”
E mentre dicevo ste cose mi sentii bussare a una spalla, mi voltai e vidi il ghigno di Tony, con l’immancabile marlborone che gli pendeva a un lato della bocca…
“bravo bravo, bravo Nello Nino… e tu saresti il bravo bambino eh?”
Balbettai qualcosa, ma quello che uscì dalla mia bocca fece solo ridere di gusto Tony “AHAHAHAHA che mascalzone che sei! Adesso vado a dirlo a tua mamma…” e se ne andò canzonandomi “Nello Nino è uno zozzone, Nello Nino è uno zozzone…”
Mi buttai a terra disperato “No! No! Cribbio… e mo come faccio? Se quello lo racconta a mamma sono rovinato, chi me li da poi i soldi per i giochetti?”
Cristian sorrise… “dai che ti sta solo prendendo in giro! Non credo che lo dirà mai a tua madre. E poi anche tu l’hai visto fare una cosa che non si dovrebbe fare… o no?”
Io non capivo… “e cosa l’avrei visto fare?” gli domandai
Cristian arricciò il naso come a dire ‘questo è scemo’
“ma come?! Lui stava a qua a fumarsi il marlborone, secondo te sua madre lo sa che fuma?”
Al che, seppur tardo, capii cosa intendesse dirmi…
(continua)

La Prima Puntata

martedì, aprile 15, 2008

...e a Capistrello, invece, vince il PD...

Come consuetudine, Capistrello non si smentisce e riesce ad andare controcorrente rispetto al voto nazionale anche questa volta. Il Pd, seppur di poco, scavalca la coalizione di Berlusconi (ma da noi la Lega non correva), ma manca la vittoria schiacciante a cui aspirava grazie all'effetto "Lusi". Sopra la media rispetto al voto nazionale anche il risultato dell'Udc, a dimostrazione di quanto siano duri a morire i democristiani nostrani... mentre per quanto riguarda le altre formazioni i risultati rispettano grosso modo l'andamento generale, compresa naturalmente la debacle della Sinistra Arcobaleno... Ferrara invece (da noi correva solo alla Camera) ha preso 12 voti: ma Don Antonio e le suore hanno diritto di voto?

IL VOTO DI CAPISTRELLO ALLA CAMERA


PD: 1190 (37,59%)
IDV: 102 (3,22%)
totale coalizione : 1292 (40,81%)

PDL: 1257 (39,7%)
Mpa : 5 (0,16%)
totale coalizione: 1262 (39,86%)

UDC: 317 (10,01%)
SA: 125 (3,95%)
La destra: 68 (2,15%)
PCL : 29 (0,92%)
Un. Dem. Cons.: 15 (0,47%)
Aborto? No Grazie: 12 (0,38%)
SC: 12 (0,38%)
FN: 11 (0,35%)
PS: 10 (0,32%)
PLI: 8 (0,25%)
PBC: 5 (0,16%)

Bianche: 59 (1,78%) Nulle: 89 (2,68%)

Totale votanti 3317


IL VOTO DI CAPISTRELLO AL SENATO


PD: 1088 (38,34%)
IDV: 100 (3,52%)
totale coalizione 1188: (41,86%)

PDL: 1138 (40,1%)
Mpa: 7 (0,25%)
totale coalizione: 1145 (40,35%)

UDC: 275 (9,69%)
SA : 93 (3,28%)
La destra: 48 (1,69%)
PCL: 30 (1,06%)
SC: 14 (0,49%)
FN: 12 (0,42%)
Un. Dem. Cons.: 11 (0,39%)
PS: 10 (0,35%)
PBC: 7 (0,25%)
PLI: 5 (0,18%)

Bianche: 58 (1,96%) Nulle: 71 (2,39%)

Totale votanti 2925

martedì, marzo 11, 2008

Per chi studia all'Aquila...

Visto che la maggior parte degli universitari capistrellani studia all'Aquila, postiamo questa interessante serie di proiezioni nel capoluogo... hai visto mai a qualcuno venga voglia di andarci...

L'AQUILA - PALAZZETTO DEI NOBILI - (Piazza dei Gesuiti)
I Grilli Aquilani presentano: INFORMAZIONE E' LIBERTA'

17 marzo ore 21,00 "VEDI NAPOLI E POI MUORI" di Enrico Caria.

L'autore fa una lunga riflessione sul suo paese natio. Il titolo è volutamente provocatorio perché utilizza il famoso detto per denunciare gli innumerevoli omicidi avvenuti per mano della camorra che a Napoli e dintorni regna sovrana. Il film mostra, attraverso un'accurata "fotografia" a colori, la gente perbene che ogni giorno lotta per riuscire a tirare fuori il meglio da una città che pullula d'illegalità.
- Con l'intervento del regista Enrico Caria, presenta Giusi Pitari

31 marzo ore 21,00 "I CENTO PASSI" di Marco Tullio Giordana.

Il film racconta la storia di Giuseppe Impastato, nato a Cinisi, Sicilia a soli "100 passi" dal boss della mafia Tano Badalamenti. Fervente antimafioso, Impastato, fu ucciso dalla mafia lo stesso giorno in cui fu rovato il cadavere di Moro... dedicato a chi cerca di sfuggire a questo inesorabile legame con l'ambiente mafioso, difficile da rompere, ma che con animato spirito civico non esita a denunciare pubblicamente.
- Con l'intervento di Giuseppe La Pietra dell'Associazione Libera, presenta Bonifacio Liris

7 aprile ore 21,00 "ODORE DI INCHIOSTRO" di Haydir Majeed.

Un film che documenta una singolare esperienza nata tra le montagne dell'Abruzzo interno. Don Chisciotte e Sancho Panza seguono una Cinquecento gialla in un viaggio fantastico che racconta del risorgere di una vecchia utopia, del ritmo del ciclostile all'opera, dell'odore dell'inchiostro. E' la storia di un Abruzzo diverso che reagisce e si fa protagonista. Falegnami e lavoratori precari, studenti e fabbri, casalinghe e impiegati, pensionati e pastori danno vita ad originali esempi di informazione autoprodotta.
- Intervengono il regista Haydir Majeed e il giornalista Angelo Venti

14 aprile ore 21,00 "SPAZZATURA TRA I TITANI - I SIMPSON" di David Silverman

Homer decide di candidarsi alla sanità e vince le elezioni basandosi sulla pigrizia degli abitanti di Springfield. Una volta eletto sperpera il budget annuale comprando nuovi camion di raccolta rifiuti e uniformi. Per ripianare il deficit, Homer permette ad altre città di scaricare i rifiuti in una vecchia miniera abbandonata, però la miniera non è senza fondo e i rifiuti compressi esplodono invadendo ogni luogo.

A seguire .

"L'INSIDIA DELLE POLVERI SOTTILI E DELLE NANOPARTICELLE" di Sonia Toni.
Intervista a Stefano Montanari, direttore scientifico del Laboratorio Nanodiagnostics di Modena, sulle cause dell'inquinamento e sull'incenerimento dei rifiuti.
- Con l'intervento di Fausto Fracassi, Direttore Generale Asm, presenta Giusi Pitari

La finalità di questo progetto è tesa all'informazione di notizie e temi spesso tralasciati dai tradizionali mass media, sia di carattere nazionale che locale. Un'ulteriore finalità è quella di suscitare nei partecipanti uno spirito critico e di analisi. Gli incontri si svilupperanno con dibattiti su ciò che si è proiettato con il contributo degli ospiti invitati.

INGRESSO LIBERO
I Grilli Aquilani saranno lieti di offrire a fine serata un buon bicchiere
di vino.

Info: www.grilliaquilani.it - http://beppegrillo.meetup.com/208/

venerdì, febbraio 08, 2008

Ho un disturbo tripolare della personalità politica...


La nostra casella di posta ha ricevuto questo testo da tre mittenti differenti... Beh, invece di inoltrarla a nostra volta la pubblichiamo direttamente sul blog che ci sembra una cosa abbastanza intelligente...


Ho un disturbo tripolare della personalità politica

Un disturbo bipolare è una sindrome per la quale mentre sei triste diventi felice e viceversa e quelli che ti stanno intorno diventano matti perché non è carino mandarti a quel paese. In politica abbiamo vissuto un grave disturbo bipolare a partire dal ‘94, rosso e nero, Occhetto o Berlusconi, Prodi o Berlusconi, Rutelli o… Berlusconi, guelfi e ghibellini fino a che non ci siamo ritrovati tutti guelfi.

di Gennaro Carotenuto

Ora però si fa un passo avanti. Il disturbo del bipolarismo diventa tripolare e saremo felici di essere tristi con Silvio Berlusconi o con Walter Veltroni o con Fausto Bertinotti, baloccandoci fino al 13 aprile credendo di poter scegliere. Sarà la cura?

Sicuramente don Walter guarda all’eternità ed ha deciso che solo così potrà essere assunto in cielo tra due ali di Binetti, serafini, cherubini, troni e dominazioni. Lui non guarda al presente e si preoccupa del futuro e non importa che a medio termine, soprattutto dopo cinque anni di Berlusconi, saremo tutti morti. Ha detto "yes we can", come Barak Obama, come fosse lo stesso, perché lui davvero trepida per sapere chi vincerà tra Hillary y Barak. Ha detto "yes we can" e non ha capito che le frasi storiche valgono quando le inventi, non quando le copi e le ripeti a pappagallo. Ha detto "yes we can", ma non ha spiegato quando, che rispetto all’eternità, si capisce, è un dettaglio irrilevante.

Bertinotti, già subcomandante Fausto quando gli zapatisti erano di moda, invece farà un figurone, uomo di classe (in che senso?) forte del suo ruolo istituzionale. Si batterà come un leone, parlerà di disagio sociale, ma non di monnezza. Di capitalismo, ma non di socialismo. Di precarietà ma non di padroni. Di diritti, ma non di chi li azzoppa. Di pace ma non di chi fa la guerra. Anche lui a ben guardare starà tre metri sopra il cielo, lì sull’arcobaleno con i quattro intoccabili pilloloni dei partitini sotto, che sennò, se glieli levi, il burocrate medio dell’ultrasinistra si disorienta, si sbaglia e vota Forza Italia. Quasi quasi era meglio l’ombrello dell’omino di Altan.

Resta Silvio, Silvio nostro, il padreterno che ha detto agli italiani fate schifo, siete ignoranti, volgari, un po’ ladri e pure coglioni, ma ha dato loro una speranza. Infatti ci ha insegnato a fare le corna, a ruttare, fare le battutacce in pubblico e a guardare nelle scollature delle signore. Lo facevamo anche prima, ma la cultura cattocomunista ce ne faceva vergognare. Con lui lo facciamo e lo faremo a testa alta. Mentre il paese va a puttane…

Vi era mancato? Adesso l’attesa sta per finire…

sabato, gennaio 12, 2008

Attivismo...

(Riceviamo da una nostra amica e pubblichiamo)

attivismo!!! E già!Quello che manca al nostro caro governo, all'opposizione, a tutti i cari signori in giacca e cravatta che occupano insensatamente tutte quelle sedie.
Sono assolutamente incavolata per il disinteresse nei confronti dell'aereo disperso in Venezuela. Lì sopra c'èra una persona che conosco, e devo dire una vera e bellla persona. Voglio continuare ad usare il presente, e non per scaramanzia, ma solo perchè voglio continuare a sperare. Questa speranza che tutti cercano di tagliare. A partire dalla Farnesina. Avete per caso sentito commenti o dichiarazioni del nostro caro ministro degli esteri?
E tutti i suoi accostati, vicini e non!!! Neanche una parola! Il governo Venezuelano, nonostante produca petrolio, ha a disposizione i mezzi, ma non ha a disposizione carburante per farli funzionare!!! Non sembra strano? La Farnesina esclude l'ipotesi "dirottamento", ma dodici ore dopo che l'aereo è scomparso, il telefono di una delle ragazze bolognesi, ha squillato, per ben due volte!!!
Avete mai sentito parlare di un telefonino che squilla in mezzo all'oceano a non si sa quante miglia di profondità?
Io personalmente no!!!
E quindi voglio urlare tutta la mia rabbia e sottolineare tutta la mia delusione.
C'è qualcosa che non va, che non si deve sapere!!!
E poi...i mezzi di comunicazione???
Meglio parlare dell'anello di Carla Bruni. Ma è lo stesso o uguale a quello di cecilia?
E perchè no, meglio inserire l'arrivo di milingo e signora nella capitale.
Fa sempre un certo effetto sapere un prete nero, che crede nell'addio al celibato!!!
Voglio solo che almeno voi mi diate una mano. In tutti i modi possibili. Anche solo diffondendo il più possibile le informazioni, e cercando di sensibilizzare più persone, istituzioni, mezzi possibili. E' stata una settimana d'inferno! In ufficio, un silenzio assordante. Aiutateci a fare chiarezza e a riportare a casa Stefano e Fabiola, insieme agli altri nostri connazionali. Grazie!!!
C'è un sito, con un blog, visitatelo, commentate, aiutateci:
stefanoefabiola.org

martedì, gennaio 08, 2008

Che il nuovo anno vi sia propizio...

La redazione al completo festeggia l'arrivo del nuovo anno... (alla macchinetta Marianna) Guest star: il panettone, fortemente voluto dal mi(s)tico Babbalotto! A tutti i nostri affezionati lettori ecco i buoni propositi per il 2008: seguiteci, collaborate con noi e, soprattutto, mangiate "jo follacciano de Staosillano!".

Informazione di servizio: il prossimo numero di Kaput, che Dio solo sa quando uscirà, è il nostro numero 50! Occasione speciale per festeggiare con voi... A presto!