Vorrei comprarmi un somaro che prenda a calci ogni cane di quelli che si credono migliori degli altri.
Un somaro normale, fiero, di quelli ormai rari, specie quasi estinta, creduta inutile ma depositaria di una speciale caratteristica: la normalità. Non voglio un cane speciale, di quelli belli, da difesa moderna; quelli quasi artificiali, cattivi per selezione, che ogni tanto senti che uccidono, o quasi, un cristiano, di solito bambino. Quelli che sono i Costantino degli animali, belli fuori, speciali, da imitare ma inimitabili; che fanno moda. O è la moda che li fa?
Li creerà mica apposta per farceli piacere? Vuoi vedere che è come i fenomeni della politica che te li ritrovi belli, affascinanti, in ruoli di primo piano all’improvviso, improvvisati ma, esteticamente perfetti, forti, artificiali, da imitare, inimitabili.
Bello il somaro, perché è normale. Tanto normale che è diventato raro, speciale. Solo lui vive ancora solo per mangiare, bere e lavorare. Non fa la guardia, non fa il simpatico, non aggredisce nessuno, né per sé, né per te. Lascialo perdere e lui ti lascia perdere; e forse è allora che diventa pure simpatico. Ma stia attento il cane speciale, che con lui non attacca, non va di moda, la moda non lo cambia: è tanto normale che se insisti ti dà anche un calcio nelle palle.
M.P.
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