sabato, settembre 29, 2007

Marlene Kuntz – UNO

Ai tempi delle superiori i Marlene kuntz erano il mio gruppo preferito, mi piacevano da morire...

Amavo il suono duro e spigoloso delle loro chitarre e le atmosfere tese e cupe dei loro pezzi che spesso sfociavano in “catartiche” esplosioni di rabbia. Ma soprattutto mi piacevano i testi delle canzoni, tanto che li scarabocchiavo dappertutto: sui banchi di scuola, nei diari, sui sedili del treno…

Li ho seguiti per tantissimo tempo, aspettando con ansia ogni loro nuova uscita… poi però è arrivata la delusione di un disco come “bianco sporco” e come succede con gli amici quando ti fanno uno sgarro e tu gli vuoi proprio bene, ti offendi a morte…

Il disco mi deluse così tanto che sentenziai “questi non hanno più nulla da dire”.

Era un disco così mediocre (per le loro capacità) che sembrava che un altro gruppo li stesse omaggiando. Un disco che non era ne carne ne pesce, ne tirato ne lento e nessun pezzo che ti colpiva veramente…

Ma agli amici si da sempre una seconda chance, specie se anche da parte nostra non si è stati tanto clementi…

Poi come è normale che sia, quando si cade, se non ci si è fatti male in maniera irreparabile, ci si rialza più forti di prima.

Ed a ben vedere, “bianco sporco” non era altro che un disco di transito, il disco di un gruppo in cerca di una nuova identità.

Con “UNO” l’hanno (per fortuna) trovata la loro nuova identità; passando dai Marlene rabbiosi e ispirati dalle chitarre rumorose dei sonic youth a quelli di oggi più pacati e in perenne ricerca della melodia perfetta.

Scordatevi dunque i pezzi da pogo violento degli esordi. Nel nuovo corso dei Marlene le chitarre non vanno mai ad aggredire e sopraffare le parole… parole (di una bellezza disarmante) che vanno lasciate respirare!

Poesie in musica, che parlano (com’è giusto che sia) d’amore. L’amore che a volte ci fa commettere atti di violenza inaudita, l’amore che è il più doloroso dei mali, l’amore che però è anche una musa ispiratrice e unica ragione di vita…

A rendere ancora più speciale il disco, nel Booklet oltre ai testi delle canzoni ci sono molti interventi inediti di alcuni tra i nostri migliori scrittori: Stefano Benni, Enrico Brizzi, Carlo Lucarelli, Paolo Conte… quest’ultimo suona anche il piano in uno dei pezzi più belli: Musa.

Grandi Marlene! Bentornati.

In_the_Nino

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