sabato, settembre 01, 2007

El cardo siempre cantando y la flor siempre calleda. Que cante la flor y se calle el cardo - Loly y Manuel


1 commento:

Anonimo ha detto...

Franco Bechis per “Italia Oggi”

La sostanza è semplice: Massimo D'Alema non sarà iscritto nel registro degli indagati della procura di Milano per insider trading. E anche l'ex numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, scanserà una delle accuse più insidiose. La Camera dei deputati ha trovato una strada un po' tortuosa per realizzare quello che aveva deciso fin dal primo istante: è cioè salvare D'Alema dalle presunte grinfie del gip di Milano, Clementina Forleo.

Era questa l'intenzione dei deputati del Partito democratico, ma anche di Silvio Berlusconi e di buona parte dei suoi alleati. Volevano salvarlo, ma non sapevano come dirlo, perché in questi tempi di anti-politica la nobile intenzione non scatena applausi. Così si sono inventati un trucco.

L'idea è quella già preannunciata di ritenere la camera incompetente, perché all'epoca dei fatti il leader Ds non era deputato, ma europarlamentare. Le intercettazioni saranno quindi restituite alla Forleo, che, con pazienza, dovrà istruire una nuova procedura di fronte all'europarlamento.

Peccato, però, che l'uovo di Colombo escogitato dai salvatori di D'Alema non abbia alcun appiglio legislativo. Nessuna legge stabilisce infatti l'obbligo per il giudice di chiedere l'autorizzazione alla camera di appartenenza all'epoca dei fatti.

La legge Boato in vigore recita così (art. 6, comma 2): l'autorizzazione deve essere richiesta «alla camera al quale il membro del parlamento appartiene o apparteneva al momento in cui le conversazioni o le comunicazioni sono state intercettate». Questo testo è ripreso pari pari dal decreto legge che per la prima volta l'ha introdotto nell'ordinamento italiano; quello del gennaio 1996 a firma Lamberto Dini e Vincenzo Caianiello.

La formula che contiene quell'«o» dice con chiarezza che entrambe le ipotesi sono legittime. Per D'Alema si poteva chiedere l'autorizzazione alla camera dei deputati, di cui fa parte, o all'europarlamento, di cui faceva parte nel 2005, quando fu intercettato. Per il legislatore è indifferente. L'alternativa fu infatti inserita per chi si fosse trovato coperto da immunità all'epoca dei fatti e non più rieletto al momento della richiesta del gip.

Solo in questo caso (che non è il caso D'Alema) sarebbe stato obbligatorio inviare gli atti a Strasburgo. Alla camera ieri c'era perfino chi giustificava questa scelta con il principio del favor rei: a Bruxelles l'immunità sarebbe più larga. È falso: l'europarlamento applica l'immunità del paese di provenienza. Bugia dopo bugia, chissenefrega: l'importante è raggiungere l'obiettivo...