sabato, maggio 20, 2006

un uomo, un'idea, un voto

Esercitare il proprio diritto al voto nella segretezza e nella solitudine diventa esilarante se si pensa che ben pochi sono i momenti di così intensa solitudine nella vita di un uomo.
Circostanze simili si verificano solo in altri due casi. Uno è quando si muore e l'altro è quando ci si ritira lesti e trafelati dentro una toilette che diventa un'oasi di autentica libertà. Ebbene queste tre circostanze rappresentano momenti in cui un uomo è il protagonista assoluto dell'attimo su cui cammina.Chi muore, come attore principale della cerimonia funebre, è al centro della scena che prepara il suo ritorno solitario alla polvere. Seduto sul water, l'uomo è come un re sul trono effimero della sua caduca esistenza a restituire ciò che ha preso forse senza merito. Nel segreto di un'urna il cittadino depone la sua pallida idea di democrazia attraversato dal ruvido dubbio che giudicare un passato sbiadito, percepire un presente che sguscia via e immaginare un futuro dai contorni vaghi è esercizio molto impegnativo. Capita allora che esprimere il voto sia per molti non molto differente dal ritirarsi in un'angusta toilette a restituire ciò che si è avuto senza merito, con il diritto che rimane arrotolato sul muro se mai, occorresse ripulire le natiche della propria coscienza dagli schizzi di inconfessabili verità.
ernesto.cheguevara@libero.it

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