domenica, febbraio 18, 2007

Loud hero

Nel 1981 la disco viene dichiarata morta e le case discografiche iniziano a stampare sempre meno dischi Dance. I DJ dell’epoca per far fronte a questa carenza di materia prima, si vedono costretti a rimboccarsi le maniche e trovare nuove strade. Frankie Knuckles, che a quei tempi suona al Warehouse di Chicago, inizia a rispolverare vecchi classici del Philly sound e a proporre oscuri dischi di importazione europea, e allo stesso tempo inizia la sua sperimentazione con le macchine. Sovrappone batterie elettroniche a vecchi pezzi soul e disco, allungandone le parti strumentali e aggiungendo qua è la pezzi di altri dischi; è solo ad una sua fase embrionale, ma la gente inizia già a chiamare “House” questa nuova musica, per via del locale in cui viene suonata.

Alla fine dell’82 Knuckles lascia il Warehouse che nel frattempo era diventato il Music Box, ed a sostituirlo in consolle arriva Ron Hardy, di ritorno da una lunga trasferta in California.

Ron ritrova la sua Chicago in pieno fermento musicale, e seguendo l’esempio di Knuckles inizia anche lui a sperimentare, ma lo fa con un approccio più selvaggio, più istintivo e senza freni… è a questo punto della storia che l’house music prende veramente forma!

“Ron Hardy è quello che potrei definire senza mezzi termini il Big Bang del nostro universo sonoro.” dice il dj/producer Andrea Doria. “Un universo formato di colori, odori e a volte perfino di sapori. Mi chiedo spesso cosa sarebbe la musica adesso se quella meteora non si fosse schiantata su Chicago. Come posso non averlo incorniciato e incoronato RE nella mia stanza dei ricordi. Sono un fan accanito di quei tempi e di quella ingenuità nel giocare con le macchine per creare sensazionali incastri ritmici, spesso mentali, ipnotici, surreali, capaci di generare sudore, calore, movimento e perchè no, sesso.”

Il Music Box, grazie a Ron diventa il tempio dell’underground, un luogo di sperimentazione e catarsi collettiva: una giungla buia e rumorosa, dove corpi nudi e sudati ballano al ritmo di una musica ipnotica e sensuale, primitiva e moderna…

Ron manda in visibilio la folla con i suoi set energici e grezzi, suonati con tale intensità e ad un volume così elevato che non è raro vedere gente piangere per la forte emozione.

“Ron was a Real loud adventurous house music in Chicago.." ci dice Dino Lenny .

Quello che stava accadendo a Chicago, grazie soprattutto a Hardy, ben presto avrebbe contagiato il mondo intero, ma saranno gli altri a prendersi tutta la fama e la gloria.

Filippo Nardi che nell’86 inizia la sua carriera di dj a Londra, ci dice che all’epoca in Inghilterra si sapeva ben poco di Ronny, erano ben altri i nomi americani di punta, Frankie Knuckles su tutti, ma secondo Onirika, la talentuosa dj/producer Riminese, "Ron amava il futuro e il futuro ha sempre amato ed ama Ron. Nuovi suoni, nuove miscelazioni, in un epoca che ha segnato l'evoluzione dell'House Music. Tutti quanti, oggi, dobbiamo gran parte della nostra arte a lui…". È forse per questo suo essere troppo avanti che Ron in vita non diventerà mai troppo conosciuto.

Ron, così come in Consolle, anche nella vita di tutti i giorni non si pone freni e inizia ad esagerare con le droghe. All’inizio sembra solo l’esuberanza di un dj, ma diviene ben presto un problema che oscurerà il suo immenso talento. Inizia a pensare solo a farsi e vende i suoi dischi e le sue cassette mixate per comprarsi la roba… e, ahimé, nel 91 arriva la dose fatale!

Ron ci ha lasciato in affidamento il suo pargolo, e in questi anni lo abbiamo amato, celebrato, ma a volte anche deriso e insozzato! Dobbiamo tutti molto a Ron, e anche chi non si sente direttamente ispirato dalla sua opera sa quanto importante sia stato il suo contributo.

I Relative Depth affermano“musicalmente ci sentiamo più vicini a quello che nello stesso periodo veniva prodotto in Europa ed in Italia, ma il suo eclettismo ed il suo pionierismo sono doti che fanno di lui un grande maestro per tutti quei dj che sono nati dopo....”

Per Marcello Giordani (from dirt crew records), “Ronny è stato, insieme a Larry Levan, ciò che ogni Dj al mondo avrebbe voluto essere, il più grande talento in assoluto".

Non posso che dargli ragione. (R.I.P.)

In_the_Nino

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La house music fa cagare !

In_the_Nino ha detto...

che vuoi che ti dica? son gusti...
per me è una ragione di vita.