domenica, ottobre 22, 2006

garage olimpo

Ciao a tutti i kaputtisti. Questa volta voglio parlare di cinema. È una delle mie passioni. Mi fa emozionare. Piangere e ridere. Insegna. Stupisce. Fa riflettere. È un’arma contro l’oblio. Spesso è necessaria una testimonianza eterna circa avvenimenti che hanno infamato la storia dell’umanità, ed il cinema serve anche a questo: per non dimenticare. Voglio parlarvi di un film che ho visto ieri sera: Garage olimpo, di Marco Bechis. Ambientato nella Buenos Aires di venti anni fa, dove la vita sembra scorrere NORMALE. La protagonista, Maria, è una ragazza di 19 anni, che insegna alla gente delle favelas, triste realtà sudamericana. Dietro questa facciata si nasconde la sua opposizione contro il regime, Maria è un’attivista militante che si oppone alla dittatura militare del governo in Argentina. Ma in realtà i protagonisti sono tutti i DESAPARECIDOS, gli SCOMPARSI negli anni che vanno dal 78 all’82. Torturati nelle prigioni, nei campi di concentramento. Gettati vivi in mare con una pietra attaccata al piede. Il film ti porta direttamente in un “inferno visivo”.

Ora due parole sullo “stato terrorista” di quegli anni: è uno stato che ha una duplice facciata: una pubblica e una clandestina, al di fuori di ogni legalità. Il golpe di stato del 76 scaraventò l’Argentina in un clima di repressione totale. Uno dei crimini senza precedenti perpetuato dalla dittatura fu il furto dei neonati: dopo il parto, le donne di famiglie “sovversive” venivano uccise, e il neonato veniva affidato a una famiglia IDEOLOGICAMENTE AFFIDABILE. Migliaia sono state le persone che da quell’anno hanno subito violenze da parte dello stato: uomini donne e bambini sono scomparsi per volere del governo militare. Le persone venivano sequestrate, senza dare spiegazioni ne a loro stessi né ai familiari, venivano trasportate in centri clandestini di detenzione e qui sottoposti a torture: una di esse consisteva in ripetute scariche elettriche a basso voltaggio in parti sensibili del corpo (testicoli, viso). Dopo un periodo variabile di detenzione, i desaparecidos venivano buttati da un aereo nel Rio de la Plata o seppelliti in fosse comuni. Il termine desaparecido si riferisce proprio all’assoluta scomparsa del soggetto. Il governo democratico subentrato nel 1983 doveva far luce sugli orrori della dittatura, ma dopo un po’ di tempo la questione venne chiusa, e così gli assassini camminano ancora oggi liberi per le strade del mondo. GARAGE OLIMPO è appunto uno dei posti clandestini di tortura, e qualsiasi parola sulla profondità del film, a questo punto, mi sembra superflua: non vi resta che guardarlo. E NON DIMENTICHIAMO.

kiara

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